Nella Vena del Gesso romagnola nei pressi di Borgo Rivola (comuni di Casola Valsenio e Riolo Terme – RA) è operativa la cava di gesso di Monte Tondo. La multinazionale, proprietaria della cava, chiede di ampliare l’area estrattiva «aggravando ancor più – in una delle zone di maggior interesse naturalistico e paesaggistico della nostra regione – un impatto ambientale già da tempo devastante ed irreversibile» evidenzano la Federazione Speleologica Regionale dell’Emilia-Romagna, il CAI, Extinction Rebellion Faenza, Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta di Faenza, Legambiente Faenza e WWF Ravenna.

«L’attività di estrazione del gesso a Monte Tondo inizia nel lontano 1958. Da subito, Pietro Zangheri, illustre naturalista romagnolo, ne sottolinea i rischi, infatti nel Congresso per la protezione della natura tenutosi a Bologna nel 1959 afferma: “… perché nessuno ha pensato di mantenere deliberatamente intatte almeno alcune parti dei boschi e degli ambienti naturali caratteristici; considerate in particolare le mutilazioni che in tempi lontani e vicini ha subito la famosa Pineta di Ravenna (assolutamente degna di integrale conservazione) ed anche, di recente, la bella e maestosa rupe della “Vena del Gesso” in Val Senio presso Borgo Rivola, nota perché in essa si apre la “Grotta del Re Tiberio”, neppure definitivamente esplorata…”» continuano associazioni e federazioni.

«Dopo oltre 60 anni di escavazioni, la famosa Grotta del Re Tiberio, di rilevante interesse naturalistico, speleologico ed archeologico, è stata pesantemente danneggiata. Tutte le grotte presenti all’interno della montagna sono state intercettate e in gran parte distrutte dalla cava, i percorsi sotterranei delle acque sono stati irreparabilmente alterati. L’arretramento del crinale nonché la regimazione delle acque esterne hanno pesantemente alterato anche l’idrologia di superficie. Si tratta della distruzione di quelle caratteristiche uniche che hanno motivato la candidatura delle grotte nei gessi dell’Emilia Romagna a “Patrimonio dell’Umanità” UNESCO. Oggi la cava di Monte Tondo va considerata tra le maggiori criticità ambientali dell’Emilia-Romagna.»

«Per conosce la geodiversità nei gessi e per sottolineare l’importanza di salvaguardarla, abbiamo organizzato una “camminata geologica” nella Vena del Gesso romagnola».

L’appuntamento è per domenica 9 maggio, alle ore 10,00 al parcheggio in via Monte Mauro nei pressi dell’azienda Rio Stella. Per evitare di salire in auto è previsto un punto di ritrovo, alle ore 9,00 nel parcheggio di fronte al Bar di Zattaglia; da qui si sale lungo il sentiero 515 del CAI, sino al punto di partenza della camminata vera e propria.