Il Teatro Masini ‘segreto’ in un docufilm realizzato durante la pandemia

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Teatro Masini Faenza, meraviglie e segreti di un teatro neoclassico’ è il titolo del docufilm realizzato sul Teatro comunale manfredo durante la chiusura per le disposizioni del Governo per affrontare l’emergenza sanitaria da Covid.  

 

L’autore del cortometraggio, Francesco Bondi, affiancato da importanti collaboratori, il poeta Matteo Fantuzzi per le liriche e dal commento musicale Pavane di Maurice Ravel, eseguito da Danilo Rossi, prima viola solista del Teatro alla Scala, e dal pianista Stefano Bezziccheri, brano edito nell’album Bis, Encore (Limenmusic), seguendo le indicazioni dei condirettori artistici di Accademia Perduta/Romagna Teatri, Ruggero Sintoni e Claudio Casadio, che ne hanno ideato e progettato la realizzazione, ha inteso raccontare il teatro comunale della città di Faenza Angelo Masini, gioiello architettonico del neoclassico. La narrazione, avvenuta sotto la supervisione di Benedetta Diamanti, dirigente del Settore cultura dell’Unione della Romagna faentina, svelerà agli spettatori non solo il Masini che si apre davanti agli occhi dei visitatori e dei tanti fruitori che amano frequentarlo ma anche angoli spesso sconosciuti e segreti, nei quali si celano affascinanti maccanismi per il funzionamento scenico.  

 

“Il Teatro comunale Angelo Masini di Faenza – dice il sindaco Massimo Isolaè uno tra i luoghi più vissuti e rappresentativi non solo della nostra città, tanto da essere entrato a far parte dell’European Route of Historic Theater, la Strada europea dei teatri storici. Il docufilm realizzato da Francesco Bondi, con i contribuiti musicali e lirici, è un viaggio nella bellezza del Masini e del suo Ridotto, un racconto dei suoi elementi più evidenti ma soprattutto dei suoi angoli più nascosti, spesso inaccessibili, per l’appunto, come è spiegato nel titolo, dei suoi segreti. Questo lavoro rappresenta un importante contributo per il nostro teatro, centro vitale della cultura faentina e luogo così amato dai nostri concittadini e lo renderà ancor più conosciuto e apprezzato”.  

 

“Il Teatro Masini di Faenza – aggiungono Ruggero Sintoni e Claudio Casadioè uno dei più belli d’Europa, peraltro scelto da uno dei più grandi fotografi di scena, Hiroshi Sugimoto, per i suoi dodici scatti del progetto ‘I teatri italiani più belli’. In accordo con il sindaco Massimo Isola e con la dirigente del settore Cultura, Benedetta Diamanti, abbiamo condiviso e realizzato l’idea di approfittare di una chiusura forzata per restituire al nostro pubblico ciò che, frequentando il Masini da spettatori, non si vede e che è, comunque, meraviglioso. Abbiamo voluto raccontare con immagini, parole e musica gli spazi nascosti del nostro Teatro settecentesco. Per fare questo abbiamo voluto un videomaker, un poeta e musicisti di prima grandezza per realizzare un breve docu-video che sarà visibile sia in dvd che online dai siti dell’Amministrazione Comunale, del Masini e di Accademia Perduta. Ci pare un modo per farci sentire e vedere durante l’assenza forzata di questi lunghi mesi”.  

Francesco Bondi, autore dell’opera, racconta l’idea e l’ispirazione che hanno guidato il suo lavoro: “Con questo docufilm -spiega- ho voluto ritrarre il teatro inteso quasi come un essere vivente, piena di dettagli, di storie, di emozioni e ritmi. Non ho voluto utilizzare immagini statiche ma sfruttare la luce come segno del suo tempo, seguendo un percorso che porta dall’alto del teatro, la sua testa, fino ai suoi sotterranei, i suoi piedi. Il Masini, come tanti altri teatri, porta in sé tantissime storie; luoghi che hanno visto e accolto ogni tipo di emozione, non solo sul palco; ogni angolo ha qualcosa da raccontare. Il teatro Masini racchiude tantissime storie, raccontate nella storia dentro alla Storia. Il disegno di ogni spettacolo a cui il pubblico ha potuto assistere è ideato dalle maestranze, ma ancor prima dal disegno dei costruttori del Teatro, che hanno permesso di vedere e sentire, grazie alla struttura architettonica dell’edificio. La difficoltà iniziale è stata quella di disegnare, a mia volta, anche l’anima di questa ‘persona’; come tutti i teatri, senza scena, possono sembrare vuoti quando invece l’anima ne riempie sempre ogni angolo.”

 

“È stato un privilegio – dice invece Matteo Fantuzzi, autore delle liriche che accompagnano le immagini – essere stato scelto per raccontare il ritorno alle attività del teatro, un teatro storico come quello di Faenza e centrale nella vita non solo culturale ma anche quotidiana della città. Con questo testo ho voluto descrivere l’organismo che sta all’interno del Teatro: come dentro di noi vivono muscoli e arterie allo stesso modo la scena qui è composta da una lunga sommatoria di corde, legni, che a loro volta diventano macchinari complessi in grado di muoversi e modificarsi. E ogni gesto è permesso dalle maestranze che con le loro competenze artigiane permettono al Teatro la vita. Il teatro è reso possibile dagli uomini, da uomini che sorreggono il bisogno di cultura di un’intera cittadinanza partendo dalle fondamenta antiche su cui si posa l’intera struttura. Credo sia questo il messaggio più importante in tempi di ripartenza e col rischio sempre presente di disgregazione sociale anche all’interno delle nostre comunità. La cultura è un potentissimo farmaco”.  

 

“Nel momento in cui – conclude Benedetta Diamanti i teatri hanno vissuto la loro stagione più buia a causa delle chiusure dovute alla pandemia, malgrado avessimo proposto le rappresentazioni online ben distanti dalla forma naturale che è propria del teatro, è venuta a mancare l’interazione tra attore e pubblico, parte integrante della performance artistica. In questo periodo il teatro ha dunque perso una parte importante della sua ricchezza e vista la grande affezione che il pubblico ha verso il Masini e considerata la loro grande disponibilità, dove le chiusure sono state accettate dai professionisti dello spettacolo, dagli attori, da produttori e dal pubblico che ha ben compreso la situazione, non chiedendo la restituzione degli abbonamenti, abbiamo pensato di fare loro un regalo: usare questi momenti di chiusura per offrire una visita del loro teatro come non la potrebbero mai fare e come mai potremmo proporla, negli spazi interdetti ma che conservano e dopo la visione del docufilm, restituiranno un enorme fascino”.  

 

Il docufilm, prodotto da Accademia Perduta/Romagna Teatri, e realizzato con la collaborazione dello staff tecnico composto da Maurizio Zangari, Alessandro Ricci e Ivan Casadio, oltre che su dvd, sarà visibile online sui siti del Comune di Faenza e Accademia Perduta/Romagna Teatri.