“Alla vigilia della conclusione del percorso professionale del prefetto Enrico Caterino, che per oltre tre anni ha guidato la prefettura della provincia di Ravenna – dichiara il vicesindaco Eugenio Fusignani, con delega alla Polizia locale – desidero unirmi alle tante espressioni di sincero ringraziamento che in questi giorni gli sono state rivolte.

Il particolare momento storico che stiamo vivendo ha reso ancor più complesso il ruolo che ciascun prefetto, in quanto autorità provinciale di pubblica sicurezza, è chiamato a svolgere. Ma le capacità professionali e relazionali del prefetto Enrico Caterino, accompagnate da una solida tradizione che ha sempre visto nel nostro territorio le diverse istituzioni e realtà collaborare fattivamente per il bene comune, hanno fatto sì che anche le situazioni più difficili siano state affrontate, sotto il coordinamento del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza dal prefetto stesso presieduto, nella maniera più costruttiva ed efficace possibile, con il contributo delle istituzioni locali e territoriali, di tutte le forze delle ordine e delle polizie locali e di tutti i soggetti che, compreso lo straordinario mondo del volontariato, contribuiscono ogni giorno a fare di Ravenna un territorio sicuro.

Perché Ravenna, lo voglio sottolineare, è un comune sicuro e vivibile, sicuramente non privo di alcuni fenomeni negativi, che non devono essere minimamente sottovalutati, ma nemmeno ingigantiti strumentalmente.

Il compito di istituzioni serie quali quelle che si occupano della tutela della nostra comunità è quello di monitorarli quotidianamente e di trovare le soluzioni e gli interventi più opportuni per arginarli. È quello che abbiamo fatto finora ed è quello che continueremo a fare, come amministrazione comunale e come parte di un più articolato coordinamento di forze e realtà impegnate a tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica, insieme con il successore del prefetto Enrico Caterino.

All’ordine del giorno ci sono e ci saranno ancora temi complessi, come ad esempio quelli legati alla gestione della pandemia, e questioni solo apparentemente di minor peso ma che hanno comunque un ruolo importante nel garantire a un territorio come il nostro quella situazione di tranquillità e di decoro che merita, seguendo anche le evoluzioni delle tecnologie e dei costumi.

Penso ad esempio al sempre più frequente uso dei monopattini, che possono essere una grande risorsa per lo sviluppo di una mobilità sempre più sostenibile e green, ma il cui impiego non può andare a discapito della sicurezza. Il codice della strada ha recentemente previsto alcune importanti novità positive: introduzione del casco, anche se solo per i minorenni, divieto di circolazione e sosta sui marciapiedi, divieto di contromano, obbligo di rispettare la velocità massima di 6 chilometri orari all’interno delle aree pedonali e riduzione della velocità massima da 25 a 20 chilometri orari fuori dalle aree pedonali. Ma, poiché l’evoluzione della società e dei comportamenti viaggia purtroppo a velocità più sostenute rispetto ai cambiamenti normativi, può senz’altro valere la pena di aprire una riflessione complessiva su come potenziare ulteriormente le misure che rendano più sicura per tutti, compresi gli stessi guidatori dei monopattini, la circolazione di questi mezzi, a partire, ove possibile, da un potenziamento ulteriore delle regole a livello territoriale, ovviamente accompagnato dai controlli, nei quali la nostra Polizia locale è impegnata quotidianamente, insieme alle tante altre azioni messe in campo per la sicurezza pubblica; cito, a solo titolo di esempio, il recente intervento per il contrasto agli schiamazzi e all’abuso del consumo di alcol da parte di minori nella zona di via Baccarini – molino Lovatelli, che è una di quelle maggiormente attenzionate assieme ad altre del centro storico”.