Il Mulino Scodellino è stato scelto dal Touring Club per il progetto “Emilia-Romagna dei Tesori”, una guida nella ricerca, tutela e valorizzazione del patrimonio culturale, storico e ambientale del nostro territorio.

Ogni meta è un suggerimento di viaggio nel nostro territorio regionale o un semplice contributo di conoscenza di luoghi da tutelare o, anche, di scoperta di personaggi storici straordinari che all’Emilia-Romagna hanno dato fama e lustro. Si tratta di luoghi e itinerari mai banali o scontati e personaggi dei quali spesso si è perduta, colpevolmente, la memoria.

Così cita la scheda del Mulino:

“Il Mulino Scodellino o della contessa, sorge a circa due chilometri dal centro di Castel Bolognese. Probabilmente deve il suo nome più conosciuto alla “scudella” di farina che il mugnaio tratteneva a compenso della molitura.  E’ l’ultimo esempio ancora  funzionante della serie di mulini in mattoni sorti tra il XIV ed il XV secolo lungo il canale che da questi prese il nome di Canale dei Molini, come peraltro numerosi corsi d’acqua punteggiati dalla presenza di mulini o costruiti proprio per tale scopo. L’edificio apparteneva a un articolato sistema, che comprendeva la chiusa sul Fiume Senio (Diga Steccaia), un canale per le attività di macina e per l’alimentazione del fossato del castello medievale e la costruzione di mulini ad acqua lungo il suo corso.
Nel 1392 il Senato di Bologna decretò l’edificazione delle moline di Castel Bolognese. Dal 1393 al 1396 fu costruita la Diga Steccaia e si operò l’escavazione del Canale che provvedeva, in primo luogo, a portare acqua ai fossati per la difesa del neonato Castello e solo in seguito ad alimentare le ruote dei mulini.
Il comune di Castel Bolognese ne entrò in possesso nel 1489. È una costruzione 1 rustica, realizzata in mattoni a vista edi solida struttura, che si affaccia su via Canale con un caratteristico portico basso sorretto da grosse travi e da archi di rinforzo.
Al piano terra, in un primo locale, sono installate due macine di pietra, l’una idonea alla macinazione del frumento, l’altra per il granoturco, entrambi databili nel 1400. Ogni impianto di macinazione è costituito essenzialmente da due palmenti, le macine di pietra di cui una fissa e l’altra rotante sopra di essa, che vengono mosse dalla forza dell’acqua battente sulle pale della ruota idraulica, il “ritrecine”.
L’involucro esterno e la tramoggia, l’apparecchio per lo scarico, per gravità, dei cereali, costruito a forma di cono con base minore in basso munita di apertura chiusa da un portellino, in legno sono ancora ben conservati.
In un secondo locale, si trovano poi un buratto a forza centrifuga, macchina utilizzata per separare la farina dalla crusca e una tarara, essenzialmente un ventilatore per separare i cereali dalle impurità o per dividere cereali diversi per peso o dimensione.
Sono macchine che risalgono alla fine dell’Ottocento, ma qui installate nel 1935, anno in cui fu operato un generale ammodernamento degli impianti ed il sistema originario fu sostituito con un impianto a turbina.
In alto, poderose travature in legno reggono il tetto e l’abitazione del mugnaio che si trova al piano superiore.
Le pale e le strutture atte a trasmettere il moto erano costruite in solido legno di quercia e ferro. Il mulino, anche se non più funzionante da molto tempo, è stato abitato e custodito fino al 1996, poi lasciato in stato di
abbandono.
Il Comune di Castel Bolognese negli anni 2010 e 2011 avviò i lavori di restauro del mulino e dell’area esterna.
Nel 2016 è stata riattivata la vecchia macina con molatura ad acqua, che ha permesso la ripresa della produzione di farina, macinata a pietra, a marchio del Mulino.
Nel 2018 il Consorzio di Bonifica della Romagna Mulino”, l’ edificio, databile al 1700, situato vicino al mulino ed originariamente utilizzato come granaio e stalla.
Inaugurata nel luglio 2021 oggi è un ampio ambiente da cui sono stati ricavati spazi destinati ad attività culturali.
La gestione è stata affidata all’associazione Amici del Mulino Scodellino APS.