Manca il medico di reperibilità per il turno di emergenza-urgenza. O meglio c’è, ma è previsto in contemporanea in sala operatoria. E così l’automedica spegne il motore, sospendendo il servizio per qualche ora. È quanto è successo ieri mattina a Lugo, in provincia di Ravenna. L’accaduto, che ha fatto saltare sulla sedia i rappresentanti del sindacato del 118, è di fatto l’ennesimo episodio dello scontro frontale in atto tra lo stesso Snami e l’Ausl della Romagna. “L’azienda viola ulteriormente il contratto di lavoro del 118, togliendo le reperibilità– è l’accusa della sigla sindacale- non c’è il medico reperibile previsto dalle regole contrattuali e il servizio automedica di Lugo si ferma perchè chi doveva andare in turno era contemporaneamente stato messo in servizio nella sala operatoria di un altro ospedale”.

“Il medico in turno di notte, non vedendo arrivare il cambio, ha scoperto che il collega segnato nei turni che doveva prendere servizio, era già stato contemporaneamente assegnato e occupato in un altro servizio”, ha scritto Snami. Avendo già “un carico di lavoro di 12 ore di servizio”, continua il sindacato, il medico ha prolungato il turno “fino al massimo consentito dalle regole, ovvero sino alle 15 ore, per poi dover obbligatoriamente lasciare il servizio senza ricevere il cambio”. L’interruzione è stata “breve- precisa lo Snami- ma costituente spia di allarme di un sistema e di un livello disorganizzativo dell’azienda che non disdegna di ricorrere a vere e proprie sistematiche violazioni dei dispositivi contrattuali, anche attraverso l’uso di un’inaccettabile commistione gestionale tra il servizio 118 e i servizi di Pronto soccorso di altre unità operative, con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti”.

Quanto accaduto a Lugo, sostiene dunque lo Snami, “la dice lunga sull’attenzione organizzativa e sulla commistione dei servizi governati da troppe menti”. Il sindacato parla di “caos gestionale” e di “commistione tra contratti di lavoro”, ironizzando anche sulla “efficiente organizzazione di cui è capace l’Ausl Romagna”. Il servizio del 118, ricorda lo Snami, “dovrebbe essere allestito e diretto dalla Centrale operativa, ma in realtà nei fatti oggi risulta avere una funzionalità organica strutturata in via organizzativa tramite multipli direttori di Pronto soccorso e attraverso l’impiego di medici di altre unità operative”.

In tutto questo i medici del 118, “proprio quelli con lo stipendio recentemente tagliato dal direttore generale Tiziano Carradori- ricorda la sigla sindacale- dovrebbero contare, contratto alla mano, anche sul fatto che l’azienda sarebe tenuta a organizzare, ‘utilizzando i medici incaricati nel servizio di emergenza sanitaria territoriale, turni di reperibilità domiciliare di 12 ore, al fine di fronteggiare assenze improvvise dei medici incaricati del turno di lavoro’, anche per evitare il verificarsi di situazioni del genere”. I medici però riferiscono che queste reperibilità, “già parziali in passato, sono state proprio di recente ulteriormente tagliate dal nuovo direttore di Pronto soccorso“, anche se “dovrebbero essere gestite dal direttore del 118”. Di conseguenza, questa mattina a Lugo “nessuno era reperibile per andare a coprire quell’assenza determinatasi all’improvviso”, conclude lo Snami.
(DIRE)