La storia di due cuccioli di lupo recuperati in difficoltà dal Centro Recupero Fauna Esotica e Selvatica Monte Adone nella primavera del 2016 e protagonisti del film documentario dal titolo IL CONTATTO arriva finalmente anche al cinema in Romagna a partire da Ravenna.

Il film, presentato in anteprima al Festival Cinemambiente di Torino, e selezionato per il Portland Film Festival, il 25th Jihlava Film Festival, menzione speciale al Nature Without Border International Film Festival e vincitore al Filmaker United Film Festival, ha debuttato a Bologna a dicembre 2021 e prosegue ora il suo tour al cinema Jolly di Ravenna il 10 febbraio alle ore 21 e il 12 febbraio alle 17,30 (ingresso 5,50 euro). A promuovere l’evento l’Ente di Gestione per i Parchi e la Biodiversità – Delta del Po, il Centro di Educazione alla Sostenibilità e l’Ufficio Zone Naturali del Servizio Tutela Ambiente e Territorio del Comune di Ravenna.

Il CONTATTO di Andrea Dalpian, prodotto da POPCult e Centro Tutela Fauna Monte Adone, è il racconto per immagini di questi due cuccioli di lupo durante il periodo trascorso al Centro fino al loro ritorno in natura. E’ un documentario sperimentale dove lo spettatore non troverà parole e musica perché queste hanno lasciato spazio alla realtà dal punto di vista dei lupi. Si tratta di una vera e propria esperienza sensoriale al loro fianco, immersi nei suoni e nelle immagini del loro ambiente. Gli “uomini” hanno un ruolo marginale per lasciare spazio al contatto con la natura e con la parte più istintiva di ciascuno di noi.

L’imprinting nei confronti dell’uomo solitamente condanna alla cattività i lupi recuperati ancora cuccioli; in Europa non era mai stato tentato il rilascio di individui riabilitati dall’uomo sin dalle prime settimane di vita (in questo caso dieci e venti giorni circa). L’ambizioso obiettivo di rilasciarli in natura, dopo il necessario periodo di riabilitazione, ha portato il Centro Monte Adone ad intraprendere un complesso percorso sperimentale durante il quale il contatto con l’uomo è stato limitato allo stretto necessario per le loro cure.

Il progetto si è concretizzato grazie alla consulenza tecnica dell’I.S.P.R.A. (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), al supporto dei Carabinieri Forestali e alla collaborazione del Wolf Apennine Center del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano e al Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna.


Le immagini di questo film sono state girate unicamente da Andrea Dalpian, che firma la regia, filmaker che, nel corso di più di un anno, si è dedicato con infinita pazienza alle riprese dei due lupi, senza mai arrecare loro disturbo e nel rispetto dei loro “tempi”, per ottenere anche solo qualche secondo di immagini.

E a luglio 2017, dopo aver trascorso più di un anno al Centro, nel pieno rispetto della loro natura selvatica, i due lupi sono tornati in libertà.

“Vista l’unicità di questo caso, abbiamo deciso di documentare tutto il loro percorso di riabilitazione al Centro, in primis per non perdere informazioni preziose, molto utili  per eventuali casi futuri. Da oltre dieci anni il Centro può contare sulla preziosa collaborazione di POPCult con cui si è instaurato un rapporto di reciproca fiducia e stima, basato sulla condivisione non solo del rispetto e dell’amore verso gli animali e la natura, ma anche dell’etica gestionale che è da sempre alla base delle nostre scelte. È quindi insieme a loro che abbiamo deciso di condividere il materiale raccolto durante questo periodo, nella convinzione che raccontare storie come questa sia importante per sensibilizzare ed educare ad un corretto rapporto uomo-animale-ambiente.” dichiara Elisa Berti, direttrice del Centro Tutela Fauna Monte Adone.

“Il film è concepito per essere un’esperienza sensoriale da fare al cinema, circondati da suoni e immagini che provano a restituire sensazioni, più che raccontare direttamente una storia” dice Giusi Santoro di POPCult che sta distribuendo direttamente il film nei cinema. “Non ci sono spiegazioni, non c’è una voce narrante, per questa ragione al momento non prevediamo che venga trasmesso da piattaforme online ma prediligeremo una distribuzione capillare, durante tutto il 2022, attraverso l’organizzazione di eventi in tutti i luoghi che potremo raggiungere. E’ possibile manifestare il proprio interesse per una determinata città attraverso il sito del film www.lupimonteadone.it, dove verrà via via aggiornato il calendario”.

Al termine di ogni proiezione è previsto un incontro con gli autori del film e i responsabili del Centro Monte Adone per condividere un importante momento educativo, divulgativo e di confronto per i cittadini, per tutte le persone (professionisti e appassionati), gli enti e le istituzioni che da anni collaborano per valorizzare la biodiversità.

“In questi anni ci siamo occupati di migliaia di animali selvatici feriti o in difficoltà provando a condividere queste esperienze nel totale rispetto dell’animale attraverso il mezzo dell’audiovisivo.

E’ proprio da questa considerazione che è nata l’idea di realizzare un film documentario che rappresenti un’occasione unica per condividere con il “mondo esterno” il lungo percorso di questi due lupi al Centro, per coinvolgere le persone in questa storia straordinaria, facendo sì che i due lupi possano diventare importanti ambasciatori per la loro specie” continua Elisa Berti. “Il fine ultimo di tutto il lavoro di cura e riabilitazione dell’animale selvatico è per noi sempre il suo ritorno in natura, nel rispetto dei tempi necessari al suo recupero, senza attendere un solo giorno in più del necessario.


In nessun caso consentiamo a personale non autorizzato e non esperto di maneggiare gli animali e non organizziamo eventi pubblici in occasione delle liberazioni: il rilascio di un animale selvatico, a seguito di un periodo più o meno lungo di degenza, è un’operazione molto delicata che deve tenere conto delle specifiche esigenze biologiche, etologiche ed ecologiche della specie, oltre che dell’età e del percorso riabilitativo del singolo individuo. Per un animale selvatico anche il ritorno alla libertà può rappresentare motivo di stress; garantire la massima tranquillità, il benessere e il rispetto dei tempi dell’animale in tutte le fasi del rilascio è pertanto imprescindibile”.