Idilio Galeotti, dopo 43 e due mesi, dai prossimi giorni sarà in pensione, termina la sua esperienza sindacale in Cgil, nella quale ha ricoperto diversi ruoli e responsabilità.

Quale bilancio, dopo tante esperienze e aver ricoperto ruoli di responsabilità nazionale?

“Sono stati anni di grande formazione personale, in varie categorie e responsabilità fino al livello nazionale, ed io ho cercato di ricambiare con tanto impegno e passione per ogni incarico che ho seguito. Ho iniziato il lavoro nel 1977 in fabbrica all’Alpi di Modigliana, e dopo un po’ di anni, mi è stato chiesto di entrare in Cgil di Faenza dove o seguito mercato del lavoro, immigrazione disoccupati, per poi entrare in F.L.A.I a Faenza, nel settore agroalimentare e occuparmi di industria, agricoltura e i magazzini ortofrutticoli. Nel 1996 divento Segretario Provinciale a Ravenna della F.I.L.T.E.A, settore tessile abbigliamento calzaturiero, dove partecipo a importanti convegni a Bruxelles e Lussemburgo come giovane sindacalista e nel 1999 vengo eletto Segretario Provinciale della F.L.A.I una grande categoria con oltre 7.000 iscritti”.

E la tua esperienza come Segretario Nazionale quando è avvenuta?

“Subito dopo nel 2001, mi viene chiesto di entrare in Flai Nazione a Roma e un anno dopo assumo la responsabilità nazionale dell’organizzazione, settore con oltre 300.000 iscritti, qui rimango per otto anni, seguendo come Segretario Nazionale, due congressi e una conferenza di organizzazione. A Roma, sono anni di grande impegno e soddisfazioni, nel confronto con i vari governi che si sono succeduti in Italia e nelle varie commissioni livello Europeo, ma sono stati anche momenti delicati nel dover affrontare situazioni spinose in varie regioni italiane. La lotta al caporalato, alla mafia, portano anche rischi, ricordo che arrivavano minacce, buste con proiettili e anche una mortina, tutti aspetti a carattere intimidatorio e che intendevano fermare la nostra azione di diritti e legalità, ma pur sapendo dei rischi, siamo sempre stati in prima linea contro lo sfruttamento e il malaffare”.

Poi sei rientrato nel territorio? Anche qui non deve essere stato semplice

“Per un anno sono rimasto ancora Roma in Cgil Nazionale Confederale in corso D’Italia, poi verso la fine del 2009 rientro a Faenza come Coordinatore Confederale e su indicazione della Cgil seguo la vertenza Omsa e il rapporto con i Comuni dei sei del Faentino. Si, non è stato semplice, ma niente a che vedere con il ruolo Nazionale, li ho passato momenti duri e dove ho ricevuto minacce e ho visto miei colleghi rischiare la vita.

Poi nel 2011 sono segretario provinciale del Nidil (Nuove Identità del lavoro). Dove ho seguito tutte le tipologie di lavoro precario e i disoccupati della provincia di Ravenna che sono oltre 35.000 mila. E dal 2015, fino ad oggi sono stato nel dipartimento salute e sicurezza e referente A.F.e.V..A, (Associazione Familiari Vittime Amianto) dove ho attivato insieme al Comune e ai professori, lezioni di docenza sul tema sicurezza con gli studenti delle scuole superiori di Ravenna”.

Ora che andrai in pensione, cosa pensi di fare?

” Ora si volta pagina, e mi dedicherò a tante cose, fra cui la mia grande passione, l’arte e la cultura, sia come artista e anche come presidente Ics Fectori Art. Ho inoltre scritto libri, “Intrighi nella Capitale” e collaboro con associazioni a livello nazionale, con le quali abbiamo di recente pubblicato un nuovo libro “Azione” dedicato a chi “Si ostina a non arrendersi” per il quale ho contribuito con il capitolo Arte e Innovazione. Ho sempre creduto che la cultura e l’arte non siano mai fine a sé stesse, ma devono essere propedeutiche per il miglioramento di questa società, quindi si cambia solo angolazione rispetto al lavoro di prima, ma i miei obbiettivi per migliorare la società in cui viviamo…rimangono tutti”.