Oggi Europa Verde-Verdi Emilia-Romagna hanno presentato, a firma del co-portavoce Paolo Galletti, osservazioni al progetto di rigassificatore a Ravenna.

“Come abbiamo più volte sottolineato – afferma Paolo Galletti – il rigassificatore, oltre a non tener conto della complessità degli impatti ambientali, non servirà a far fronte all’emergenza perché sarà pronto nel migliore dei casi tra due inverni. La durata di 25 anni della concessione per il suo funzionamento contraddice poi il percorso di transizione energetica imposto dalla Legge sul clima europea e dalla lotta al cambiamento climatico e configura una dipendenza dal gas fossile.

Nelle osservazioni abbiamo inoltre sollevato dubbi sul bilancio energetico, poiché il 30% dell’energia del gas se ne va nel processo di liquefazione e rigassificazione, a cui va aggiunto l’impatto energetico del gasolio consumato per il trasporto via mare. Riteniamo che la procedura straordinaria adottata per un iter autorizzativo che salta il normale procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale rischia di sottovalutare l’impatto sull’ecosistema marino e sulla qualità dell’aria causato dallo scarico in mare di acqua più fredda di sette gradi e clorata e l’emissione di gas in aria. Infine c’è il tema della sicurezza: il porto di Ravenna, che ospita aziende a rischio di incidente rilevante e oggetto negli anni Novanta di un piano complessivo di sicurezza (progetto ARIPAR), si troverebbe a dover gestire una nave gasiera che potrebbe, in caso di incidente, innescare un evento catastrofico.

Alternative valide e concrete al rigassificatore e alla dipendenza dalle fonti fossili esistono e possono essere attuate subito: mettere un prezzo politico a gas ed energia come già hanno fatto Spagna e Portogallo, sbloccare le autorizzazioni alle rinnovabili a partire dall’eolico offshore di Rimini e Ravenna, far partire le comunità solari e avviare un piano per sostituire caldaie a gas con pompe di calore. Questi sono alcuni punti del nostro programma elettorale, insieme con la tassazione degli extraprofitti delle società energetiche, ENI per prima ma non solo. Diventa poi vitale porre fine alla guerra in Ucraina che sta distruggendo l’economia europea e italiana.

Il tempo per una svolta verde e pacifista è oggi – conclude Galletti – perché domani potrebbe essere troppo tardi”.