Continua e si inasprisce la lotta dei lavoratori della centrale Enel di Porto Corsini che, a seguito dell’esito negativo dell’ennesimo tentativo di conciliazione davanti alla direzione aziendale, uniscono le proprie forze a quelle dei lavoratori della centrale Enel di La Casella (Piacenza) e, unitamente alle organizzazioni sindacali regionali Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uiltec Uil, proclamano lo sciopero di tutto il personale Enel, con la fermata degli impianti delle centrali E.Amaldi-La Casella e Teodora-Porto Corsini, per la giornata di lunedì 28 settembre.

Lo sciopero sarà così articolato: per tutto il personale in orario giornaliero di Porto Corsini e La Casella intera giornata lavorativa; per tutto il personale turnista di Porto Corsini e La Casella, tutte le linee di turno dalle 6 del 28 settembre alle 6 del 29 settembre; per tutto il personale semiturnista di Porto Corsini, tutti i semiturni che ricadono il 28 settembre.

“La situazione è diventata insostenibile – commentano le segreterie territoriali di Filctem, Flaei e Uiltec -: gli organici non sono adeguati a condurre in sicurezza gli impianti che hanno ripreso a funzionare con continuità, la manutenzione non viene più eseguita con regolarità ed è troppo spesso appaltata. La sicurezza, ritenuta da Enel un cardine fondamentale dell’operatività quotidiana, è diventata uno slogan; non viene più percepita dai lavoratori che non sono più nelle condizioni di svolgere le proprie mansioni con la necessaria tranquillità. Le risposte ricevute da Enel in merito alle nostre richieste non sono sufficienti, abbiamo bisogno di dare risposte certe e immediate a tutti quei lavoratori che negli ultimi anni hanno pagato il prezzo delle scelte irrazionali effettuate dall’azienda. Per questi motivi abbiamo deciso di proclamare una prima giornata di sciopero con la fermata degli impianti e per questi motivi, se Enel non presenterà soluzioni concrete ai nostri problemi, continueremo la nostra battaglia con altre iniziative”.

Queste, nel dettaglio, le motivazioni dello sciopero condivise da FILCTEM CGIL FEMCA CISL UILTEC UIL:

  • l’esasperante lentezza aziendale nel riportare la consistenza del personale e le relative professionalità ai livelli previsti, e da essa stessa stabiliti.
  • il susseguirsi di episodi posti al limite delle norme di sicurezza, spesso determinati dalla cronica carenza di personale presente in turno e giornaliero.
  • l’inspiegabile scelta di esternalizzare alcune attività importanti e delicate legate alla sicurezza che precedentemente venivano svolte dal personale della sezione HSQ della centrale di La Casella. Vista la complessità e le dimensioni della centrale, con la già limitata presenza del RSPP ad alcuni giorni alla settimana, è indispensabile un incremento di professionalità presso la sezione HSQ tramite una maggiore formazione dedicata del personale. Questo rivolto al mantenimento delle competenze nella centrale di La Casella.
  • il continuo ricorso a prestazioni straordinarie, i cambi di turno e gli spostamenti di riposo a cui è sottoposto il personale di esercizio, evidentemente privo della consistenza necessaria a mantenere un regime di turnazione stabile
  • la carenza di personale operativo e tecnico con qualifica idonea a ricoprire il ruolo di preposto nell’ambito della linea di Manutenzione Meccanica della C.le La Casella.
  • il prolungato mancato rispetto del CCNL di settore elettrico nella frequenza di turnazione del personale in reperibilità. Situazione ormai cronica in quasi tutti i settori coperti da tale servizio.
  • il continuo incremento del livello di esternalizzazione delle attività di manutenzione, in conseguenza della scarsità di personale interno da adibire alla stessa, determinando una perdita di professionalità dei dipendenti diretti.
  • la mancanza di un sistema di formazione strutturata e continuativa nel tempo, necessaria a riportare all’interno le competenze perdute, spesso di fondamentale importanza durante le complesse fermate di manutenzione.
  • L’inopportuno trasferimento di alcune preziose risorse verso nascenti strutture centralizzate. Tali ricollocazioni, peraltro spesso attuate in maniera coatta, incidono molto negativamente sull’organizzazione del lavoro delle linee interessate (Programmazione e Magazzino, Manutenzione Meccanica, Elettro Regolazione e Staff) oltre che, ovviamente, sulla qualità della vita dei singoli dipendenti coinvolti.
  • La forzosa messa in campo di un piano di riduzione del personale turnista senza la preventiva messa a regime di un ammodernamento della Centrale mirato alla necessaria automatizzazione dei vari sistemi di gestione, controllo, avviamento e sicurezza. Un processo, quest’ultimo, che necessita di lunghe procedure autorizzative e di prova, tali da prevederne l’effettiva disponibilità non prima di qualche anno.