“A ridosso della chiusura straordinaria che dal 28 ottobre fino al 6 di novembre lascerà forzatamente a casa tutti i lavoratori che operano all’interno della Marcegaglia, più di 50 lavoratori delle ditte in appalto organizzati da SGB si sono riuniti oggi in assemblea e in presidio davanti allo stabilimento.

L’assemblea ha in primo luogo denunciato l’inaccettabile rifiuto di Marcegaglia di incontrare i rappresentanti sindacali dei lavoratori in appalto. Nessuna risposta alle due richieste di incontro inviate da SGB.

Intanto il calo di produzione ha già colpito i lavoratori in appalto, con l’espulsione dalla fabbrica di un gruppo di 25 lavoratori di Europa System. Una situazione che non si risolverà nel breve periodo, tanto che per i lavoratori dell’appalto assegnato alla società Unica si prevede la cassa integrazione per dieci settimane.

In una situazione di evidente rischio di riduzione del salario e di perdita del lavoro, Marcegaglia ha ancora una volta dimostrato che per loro i lavoratori in appalto sono lavoratori di serie B: lavoratori che non hanno neanche il diritto di sapere quali effetti sul loro salario e sul loro lavoro avrà il calo della produzione; se il 7 di novembre si rientrerà tutti in fabbrica; se dal 7 la produzione ripartirà a pieno regime.

I lavoratori degli appalti sono però consapevoli che quando si portano le lotte davanti ai cancelli della fabbrica, allora, Marcegaglia comincia ad interessarsi dei loro diritti, del loro salario.

Per questa ragione hanno deciso di proclamare da subito lo stato di agitazione di tutti i lavoratori di tutte le aziende in appalto; rivendicare la concessione di giornate di permesso retribuito per ridurre il danno delle ferie forzate durante la fermata della fabbrica; rivendicare il salario al 100% per chi verrà collocato in cassa integrazione.

L’assemblea ha inoltre deliberato la costituzione di un coordinamento permanente dei delegati di SGB in tutte le aziende in appalto, con il mandato di organizzare tutte le iniziative sindacali necessarie, a partire dallo sciopero, se dal 7 di novembre ci saranno ancora lavoratori costretti alle ferie forzate, lavoratori senza turni di lavoro. Pronti quindi a portare la lotta davanti ai cancelli della fabbrica per difendere diritti, lavoro e salario.

Consapevoli che non solo alla Marcegaglia si vuole fare pagare la crisi ai lavoratori,  che sono migliaia i posti di lavoro a rischio in tutto il Paese, che i salari non reggono un inflazione che va oltre il 10%, l’assemblea ha infine aderito allo SCIOPERO GENERALE del 2 dicembre proclamato da tutti i sindacati di base.”