Venerdì 14 aprile, alle 18, a Palazzo Rasponi, verrà presentato il volume Hikikomori: il futuro in una stanza. Frame dal territorio per una nuova comunità, frutto di un’indagine che integra nella sua analisi diversi approcci: quello sociologico, quello visuale e quello filmico.

Si può sostenere che il fenomeno degli hikikomori, relativo ai giovani che si isolano e ritirano dalla vita sociale rinchiudendosi nella propria abitazione per lunghi periodi, tracci i confini di una rivoluzione passiva, emanazione di una subcultura giovanile emergente e non ancora definitasi in quanto tale. E’ questo il risultato della ricerca etnosociologica realizzata a Ravenna negli ultimi tre anni, con il supporto dell’assessorato alle Politiche giovanili del Comune di Ravenna e della Fondazione Del Monte di Bologna.

Nello specifico il libro, edito da FrancoAngeli per la collana Temi dello sviluppo locale, accompagna il lettore nella comprensione del fenomeno avvalendosi delle testimonianze e dei vissuti di giovani hikikomori e dei loro genitori, di fotografie che attraverso i racconti degli adolescenti ci portano fuori e dentro la stanza ed estratti della sceneggiatura del film che della ricerca stessa si nutre. Curato scientificamente da Chiara Francesconi, sociologa dell’Università degli Studi di Macerata e Carlotta Piccinini, regista e autrice del film di fiction di prossima realizzazione, il volume ha l’ambizione di creare un ponte mai finora costruito fra scienze sociali, fotografia e scrittura per il cinema.

Durante la presentazione le due curatrici discuteranno sul tema con il sindaco Michele de Pascale, con l’assessore alle Politiche giovanili Fabio Sbaraglia, con Everardo Minardi, direttore della collana FrancoAngeli e con Salvatore Lucchese, presidente di Elenfant Film.

La ricerca, sebbene circoscritta al territorio romagnolo ‒ che a livello nazionale è tra quelli con il numero maggiore di hikikomori ‒ mira a diventare, mediante lo studio di diversi casi, uno strumento di comprensione generale di un fenomeno in cui la scelta di autoisolamento di molti giovani è dettata dalla constatazione di vivere in una società che non sa istituire la tutela della diversità e vede quest’ultima come forma da isolare.

Chiara Francesconi a proposito del fenomeno sottolinea come «dallo studio emerga un disagio giovanile non identificabile né in processi di emulazione del sistema né in processi anti sistemici, ma di individui che convergono, sebbene da strade diverse, verso lo stesso percorso emozionale e culturale. Si tratta pertanto di una rivoluzione passiva che accade oggi in spazi d’alienazione e isolamento identitario, ma dove, al contempo, il confine tra il dentro e il fuori risulta sempre meno solido e più fluido».

Carlotta Piccinini, in quanto autrice e regista riconosce che «lo spazio in cui il cinema incontra la realtà non può essere mai scontato. Nello specifico il fenomeno degli hikikomori, in quanto ignoto e non esplorato, diviene sperimentazione e creatività. In tale terreno non definito da un lato le scienze sociali e l’arte possono integrarsi e concorrere alla esplicitazione di nuove prospettive e appartenenze e dall’altro il cinema può spalancare porte che nessuno ha mai avuto il coraggio di attraversare».

Francesconi e Piccinini sostengono inoltre che «tanto più la società continuerà ad allontanare da sé queste forme eterogenee di disagio, stigmatizzandole, tanto più è plausibile che esse si distaccheranno ulteriormente dalla società stessa, in forme imprevedibili, mantenendo e rivendicando la propria identità antagonista».

A chiusura della presentazione del volume vi sarà un intervento musicale a cura del Conservatorio Giuseppe Verdi di Ravenna che vedrà il coinvolgimento dei giovani musicisti ravennati Amedeo Zacchi, Daniele Amaretti, Fabio Tamburini, Riccardo Brancato e Mattia Cambi, che con il loro ensemble di tromboni eseguiranno musiche di E. Elgar, H. Mancini e E. John.