“All’aumento dei tassi di interesse annunciato a febbraio dalla Presidente della BCE Christine Lagarde, si aggiungono ora le ripercussioni economiche della guerra tra Russia e Ucraina: oltre al costo del carburante che già mette in ginocchio le famiglie italiane, apprendiamo che in una sola settimana dallo scoppio del conflitto è schizzato anche il prezzo del grano, ai massimi da 14 anni (+38,6%), così come il mais (+17%) e la soia (+6%). È necessario introdurre strumenti per impattare il meno possibile sui risparmi dei cittadini”.

Così Antonio Nicolosi, segretario generale di UNARMA, sindacato dell’Arma dei Carabinieri, attraverso il Centro studi politico-economico, un servizio che offre approfondimenti e proposte sindacali per tutelare i redditi degli italiani e delle Forze dell’Ordine. “L’inflazione con cui ci troviamo a fare i conti è dovuta prevalentemente all’aumento del costo dell’energia e delle materie prime, nonché a un rallentamento delle catene di approvvigionamento globali che, generando scarsità di beni, hanno fatto alzare i prezzi al
consumo. Trattasi pertanto di inflazione sul lato dell’offerta”.