“L’encomiabile lavoro di gestione della banca dati delle assistenti familiari (cd “badanti”) svolto dallo sportello non autosufficienza del comune di Ravenna viene vanificato da un particolare certo non di poco conto, dato l’impatto che potrebbe avere sulla vita e la salute degli utenti.
Accade infatti che i requisiti per l’inserimento nella banca dati delle assistenti familiari che poi vengono indicate ai cittadini che ne facciano richiesta siano esclusivamente la maggiore età; il possesso dei documenti regolari, la conoscenza della lingua italiana (per gli stranieri), l’assolvimento dell’obbligo scolastico e l’aver frequentato un corso di formazione, o in alternativa aver acquisito un’adeguata capacità “on the job” attraverso un’esperienza lavorativa documentata o autocertificata.
Nel rispondere ad una richiesta di accesso agli atti, la dirigente dell’Area Servizi alla cittadinanza e alla persona mi ha precisato inoltre come, (correttamente a mio parere) “oltre alle esperienze di lavoro e alle competenze professionali, la scheda individuale del candidato venga arricchita con tutte le informazioni necessarie per permettere un facile incrocio tra le aspettative delle assistenti familiari e il bisogno della famiglia”.

Il punto è che in conseguenza di ciò accade che ai cittadini ravennati che ne facciano richiesta vengano inviate assistenti familiari certamente qualificate e verificate, ma delle quali si ignora completamente il percorso vaccinale rispetto al Covid 19.

E’ puntualmente accaduto proprio nei giorni scorsi che un assistente familiare sedicente “no vax” si sia recato a casa di due anziani (ovviamente fragili, non solo per questioni di età) mentre la condizione di mancata vaccinazione sia venuta a conoscenza della famiglia soltanto alcuni giorni dopo, durante i quali anche l’utilizzo della mascherina è stato fatto in maniera improvvisata e non continuativa.

Alla luce di quanto sopra si chiede al sindaco di Ravenna:
–     Se non ritenga opportuno, per le dovute tutele sanitarie che sono DOVUTE ai cittadini, far sì che da ora in avanti anche lo stato di vaccinazione rispetto al Covid 19 sia un dato che viene acquisito in fase di colloquio per la selezione degli assistenti familiari;
–     Se non ritenga inoltre, ai fini dell’assolvimento degli obblighi di tutela della salute delle utenze fragili alle quali viene rivolta tale azione, considerare tale requisito, ove non essenziale per lo svolgimento dell’attività (in analogia con la decadenza degli obblighi previsti per il personale sanitario a partire dal mese di novembre scorso), quanto meno indicazione fondamentale da tenere in considerazione onde porre in atto tutte le opportune attività di prevenzione, magari in accordo con la famiglia “ospitante”.”