Aveva chiesto in prestito un cellulare per una telefonata, ma, al rifiuto del proprietario dell’apparecchio, è scattata l’aggressione, due pugni al malcapitato, e il furto. Poi il telefono è stato rivenduto per 40 euro. Dopo una rapida indagine i militari dell’Arma sono risaliti all’autore del gesto che è stato denunciato: un 36enne originario del Marocco con precedenti specifici e destinatario di un provvedimento di espulsione. Vittima un 20enne di Castel Bolognese che, mentre percorreva via Cairoli con il cellulare tra le mani, è stato avvicinato dallo straniero, il quale gli ha chiesto di fare una telefonata, ma il ragazzo si è rifiutato. È a quel punto che il magrebino ha sottratto il telefono dalle mani del 20enne assestandogli al contempo due pugni in pieno volto. Poi l’uomo si è dileguato facendo perdere le proprie tracce. I Carabinieri, per localizzare il cellulare, hanno telefonato al suo numero; malgrado però risultasse libero nessuno dall’altro capo della linea ha risposto. Dopo qualche ora, allo stesso numero della caserma dei Carabinieri dal quale era partita la telefonata, ha chiamato una persona, con accento straniero raccontando di trovarsi a Faenza. L’uomo ha spiegato che un connazionale, poco prima, gli aveva venduto per 40 euro un cellulare. Avendo trovato il telefono bloccato ha capito che poteva trattarsi di un cellulare rubato. Per timore di incorrere in qualche reato ha telefonato all’ultimo numero delle chiamate ricevute, per l’appunto la stazione dei Carabinieri di Castel Bolognese. Il militare che ha risposto alla telefonata ha consigliato all’uomo di presentarsi in caserma a Faenza. Qui l’acquirente ha raccontato come si erano svolti i fatti e si è detto disponibile ad aiutare i Carabinieri a risalire al connazionale che gli aveva venduto il cellulare. Allestito velocemente un fascicolo fotografico i Carabinieri hanno sottoposto le foto al 20enne rapinato e all’incauto acquirente ed entrambi hanno riconosciuto il marocchino. Dagli ulteriori accertamenti nei giorni successivi è emerso che il 36enne, già destinatario di un decreto di espulsione non ottemperato, nel frattempo era già stato arrestato il 12 dicembre e si trovava nel carcere di Port’Aurea di Ravenna per una rapina commessa il giorno prima.