Secondo appuntamento, giovedì 16 prossimo, alle 21, con le visite guidate Pro Loco di luglio.
Si tratta di un nuovo (dopo il primo di giugno dedicato alle opere più antiche) itinerario del Map, il Museo all’Aperto del Comune di Faenza dedicato a sculture, arredi urbani e monumenti.
Naturalmente, poiché il Map annovera oltre 80 opere, a monte ci sarà una selezione e nella serata si vedranno circa 10 opere scelte in base a criteri pratici, storico-artistici e logistici, anche perché tutti gli spostamenti saranno in bici.
Si comincerà con “Il grande fuoco” di Ivo Sassi per rendere omaggio all’artista recentemente scomparso che nel 1991 concepì questo potente incendio per decorare il retro del Palazzo del Podestà; l’opera non mancò di suscitare polemiche da un lato ed entusiasmi dall’altro, lasciando ben pochi nell’indifferenza a riprova della sua forza di linguaggio. Si passerà poi al vicino, poetico “Muro del Vento” del grande Domenico Matteucci, realizzato nel 1987 da uno degli scultori ceramisti faentini più sensibili e appassionati. Come Matteucci aveva previsto, il tempo trascorso da allora – 33 anni – ha conferito alla terracotta (in realtà grés rosso) del muro un’ulteriore dolente bellezza, producendo patine, ossidazioni, bruniture e facendo addirittura crescere muschi e licheni che assieme alla soprastante chioma di acero vivificano la materia.
Si passerà poi all’altorilievo “In principio era il caos” realizzato da Guido Mariani nel 1996 per rivestire i laterizi del muro di proprietà della Curia su via Monsignor Battaglia: festoni, onde e stalattiti-stalagmiti formano un gioioso e tumultuoso fregio in maiolica policroma.
Nella vicina piazzetta tra via Seminario e via Sarti ci si fermerà sotto la curiosa bicicletta dedicata al campione Aldo Ronconi, opera in ferro di Michele Giovanazzi e Cristina Scardovi con inserto ceramico di Danilo Melandri. Ancora, nella vicina via Marini, dopo le scuole “Pirazzini” si potrà ammirare il tenero ritratto di bambino-cuoco realizzato a mo’ di murales da Eime nel 2015.
Il resto sarà una sorpresa ma ci porterà a concludere la visita con la “Stele” di Carlo Zauli concepita negli anni Ottanta per Bebo Bucci (e collocata nell’omonimo parco) e trasferita dopo restauro qualche anno fa sotto il portico del Teatro Masini: in grés bianco con sfumature di grigio, essa rappresenta la libera evoluzione di una materia spumeggiante, levitante, monumentale e leggera al tempo stesso.

E’ richiesto un contributo di 3 euro destinato a fini culturali.
Ritrovo ore 21 presso Piazza Molinella, in bici. Prenotazione obbligatoria, posti limitati.