Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Ravenna hanno eseguito un provvedimento di sequestro preventivo di disponibilità finanziarie e beni mobili ed immobili, per un valore complessivo di oltre un milione di euro, nei confronti di due coniugi titolari di una sala giochi di Forlì, destinatari anche della misura del divieto temporaneo all’esercizio di imprese, e di un incaricato di una società concessionaria per la gestione del gioco lecito.

Il provvedimento, emesso dal Giudice per le indagini Preliminari del Tribunale di Forlì su richiesta della Procura della Repubblica forlivese, giunge a conclusione di complesse indagini sviluppate dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Faenza e scattate a seguito di una verifica fiscale condotta nei confronti di una ditta faentina esercente l’attività di fabbricazione di poltrone e divani.

Nel corso delle attività ispettive, infatti, era emerso che il titolare della ditta di Faenza, di nazionalità cinese, a fronte di numerose fatture false ricevute, aveva emesso assegni bancari portati all’incasso dalla sala giochi forlivese, con la quale l’azienda faentina non intratteneva alcun formale rapporto commerciale.

Le conseguenti indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Forlì, hanno effettivamente consentito di accertare che gli assegni tratti dalla ditta di Faenza venivano sistematicamente sostituiti in denaro contante dai titolari della sala giochi, simulando vincite alle videolottery ed omettendo l’adempimento degli obblighi di adeguata verifica della clientela previsti dalla normativa antiriciclaggio.

In sostanza, le operazioni poste in essere dai titolari della sala giochi hanno permesso di “ripulire” in tre anni oltre un milione di euro, frutto dei reati di utilizzo di fatture relative ad operazioni inesistenti e di appropriazione indebita commessi dal cittadino cinese responsabile della ditta faentina.

Gli approfondimenti investigativi sviluppati dalle Fiamme Gialle hanno consentito di fare luce anche su un illecito sistema di dazioni di denaro tra uno dei titolari della sala giochi forlivese ed un incaricato della società concessionaria per conto dell’Amministrazione dei Monopoli della gestione telematica del gioco lecito, indagato per il reato di induzione indebita a dare o promettere utilità.

In sintesi, quest’ultimo, quale incaricato di un pubblico servizio, riceveva dal titolare della sala giochi periodiche remunerazioni, quantificate in 60.000 euro nell’arco di un biennio, a fronte della promessa di vantaggi nella gestione dei contratti per l’esercizio delle videolottery. Anche per tale somma è stato eseguito dalla Guardia di Finanza di Faenza il sequestro finalizzato alla confisca.