Condivido gli allarmi lanciati dai presidenti di Confcommercio e Confesercenti, Mauro Mambelli e Mauro Tagiuri, perché davvero i danni sono incalcolabili e molti locali corrono il rischio di chiudere. La rabbia degli operatori e quella dei cittadini va compresa perché rappresenta un disagio economico e sociale vero. Disagio che purtroppo la situazione del contagio non può assecondare se non mettendo in campo aiuti concreti e immediati al settore del commercio e dei pubblici esercizi.
Di qui l’impegno che la giunta ha messo in campo coi due bandi a favore delle imprese: consorzi fidi e ristori. Per affrontare la questione di tante imprese commerciali che producono ricchezza e occupazione almeno con quella minima boccata ossigeno utile a mantenere un comparto imprescindibile per la vita turistica della nostra città e che, dopo 9 mesi di sofferenze, con la sola illusoria pausa dei due mesi centrali dell’estate nei quali ha contribuito ad innalzare il livello di gradevole accoglienza del nostro centro, rischia davvero il collasso.
Per questo la giunta sta lavorando per sostenere anche economicamente il progetto di promozione commerciale e di valorizzazione del centro storico “Il Centro Commerciale Naturale come ripartenza”, proposto dalle 4 associazioni di Commercio e Artigianato. Analogamente si potrebbe cominciare a valutare anche per i negozi, per evitare assembramenti all’interno in previsione di un’auspicabile periodo di vendite natalizie, la possibilità di spostare all’eterno confezionamenti e, nel caso anche i pagamenti.
La sensazione, suffragata dalle valutazioni scientifiche, è che anche il rigoroso rispetto dei protocolli igienico sanitari per i pubblici esercizi, che funzionava bene nei mesi addietro col virus poco presente, oggi, col virus abbondamene circolante, non sia più in grado di garantire il contenimento dei contagi. In questo senso diviene ancor più importante che ognuno di faccia la propria parte per un graduale ritorno ad una normalità che non può prescindere da una consistente riduzione dei casi e dei ricoveri.
Perché agli allarmi del modo economico non possiamo non considerare quelli della comunità scientifica e delle nostre istituzioni sanitarie locali. Ausl, Ordine dei medici e strutture ospedaliere sono impegnate come non mai nel far si che l’aumento di contagi non comporti contraccolpi alla capacità di ricovero delle strutture. E se conforta sapere che ancora la situazione è sotto controllo, non può non preoccupare il fatto che la situazione sia molto complicata per via di un’ondata dio ritorno che avviene quando ancora non è stata completata la vaccinazione per l’influenza stagionale. Di qui la necessità di essere anche severi nel far rispettare le norme, non per semplicismo repressivo ma per garantire e tutelare il diritto più grande ed inalienabile dei cittadini: quello alla salute.