“I temi della sanità continuano ad essere poco trattati in questa campagna elettorale. Eppure la salute pubblica, oltre che un diritto costituzionale, è tema pregnante del vivere civile, come le recenti criticità anche legate alla pandemia hanno portato all’evidenza.

Tra i diritti fondamentali ovviamente c’è quello a non soffrire. Non a caso, a tutt’oggi, risulta sempre più crescente la richiesta sul territorio di terapie a supporto dei pazienti affetti da dolore cronico.

Questa necessità richiederebbe la creazione e l’implementazione di servizi dedicati a tali trattamenti nell’ambito della sanità pubblica.

Sarebbe auspicabile riuscire a garantire un trattamento del dolore cronico che tenga conto sia delle cure farmacologiche sia di quelle non farmacologiche, con una sorta di protocollo multimodale adattato ad ogni paziente che garantisca facile accesso a tali cure, brevi tempi di attesa, garanzia di continuità temporale.

In tale ottica, rientra anche l’agopuntura che trova sempre più il giusto riconoscimento per il trattamento del dolore, essendo stata di recente inserita nel Sistema Nazionale Linee Guida (SNLG) approvate dal CNEC (Centro Nazionale per l’Eccellenza Clinica Qualità e Sicurezza delle Cure dell’Istituto Superiore di Sanità).

Inoltre, studi scientifici dimostrano l’utilità dell’agopuntura a supporto dei malati oncologici.

Questa metodica trova una grande applicazione perché, se eseguita da medici esperti, risulta una tecnica efficace e sicura, con bassi costi di gestione e priva di effetti collaterali anche in pazienti con molte patologie e che utilizzano tanti farmaci.

Sarebbe pertanto auspicabile che trovi sempre più spazio nelle strutture pubbliche, a partire da quelle ospedaliere.

Sull’esempio della regione Toscana si potrebbe perseguire una maggiore integrazione fra medicina convenzionale e agopuntura, con ambulatori diffusi nel territorio che lavorino in rete con le strutture ospedaliere.

In questo senso è auspicabile che anche le Case della Salute ospitino questo tipo di servizio, divenendo quei terminali territoriali utili a garantire una capillare terapia antalgica che servirebbe, tra l’altro, sia a ridurre gli accessi al Pronto Soccorso o, in generale alle strutture ospedaliere, sia i tempi di attesa.”