La guerra che la Russia ha mosso invadendo l’Ucraina, oltre a gettare inquietanti ombre sul nostro futuro, preoccupa anche per le ripercussioni economiche sui paesi d’Europa.

A preoccupare ulteriormente noi italiani è l’approvvigionamento energetico, vista la quasi totale dipendenza del paese dal gas russo.

Per questo nell’incontro di lunedì prossimo tra il nostro Presidente del Consiglio, Mario Draghi, e la presidente della Commissione Europe, Ursula von der Leyen, il tema sarà proprio il gas.

Spero che il vertice, che servirà a Draghi per esporre la nostra posizione in tema di riduzione della dipendenza energetica dalla Russia in vista del varo da parte europea dell’Energy compact, serva anche per affrontare le tema delle estrazioni.

Infatti, se la strategia comune è quella di allentare la dipendenza energetica da Mosca, per noi italiani diventa imprescindibile, quand’anche nel rispetto degli impegni in tema di decarbonizzazione, insieme alla diversificazione delle fonti energetiche, riprendere le estrazioni di gas, soprattutto in Adriatico.

Come repubblicani lo sosteniamo da tempo e oggi il paese scopre, drammaticamente sulla pelle di cittadini e imprese, cosa abbia significato il blocco delle estrazioni.

Non a caso, abbiamo sempre difeso il comparto oil & gas, consapevoli che una corretta transizione energetica avrà tempi lunghi e una gradualità che non può essere elusa saltando d’emblèe le fonti fossili, soprattutto quelle meno inquinanti come il gas e i progetti come quello ENI sulla Co2.