“I profitti delle banche volano come non accadeva da tempo grazie all’aumento dei tassi voluta dalla BCE,  ma ciò non si sta traducendo in un aumento del tasso di rendimento dei depositi sui conti dei comuni cittadini. Se da un lato quindi continua la bassissima remunerazione dei depositi sui conti, dall’altra i finanziamenti a famiglie e imprese hanno raggiunto tassi altissimi, in molti casi proibitivi.

Ma il salasso a carico delle famiglie non finisce qui: a partire dal mese di aprile diversi istituti aumenteranno il costo del conto corrente anche oltre il 7%. Aumenteranno in particolare i costi fissi e le commissioni applicate alle operazioni ed agli strumenti collegati al conto corrente.

Con una inflazione a due cifre, i risparmi depositati nel conto corrente si svalutano fortemente. A guadagnarci sono le banche, mentre i cittadini non sono sempre consapevoli di questi meccanismi. La Banca d’Italia, nell’ultima indagine disponibile, informa che le spese di gestione medie di un conto corrente nel 2021 sono di 95€, 3,8 euro in più rispetto l’anno precedente, e per il 2023 si prevede un ulteriore forte aumento. Allo stesso tempo il tasso di remunerazione sui conti correnti medio lordo è appena dello 0,17%.

Ricordiamo ai cittadini che gli aumenti di costo scattano automaticamente dopo tre mesi dall’invio da parte della banca della comunicazione di modifica unilaterale del contratto e li  invitiamo a verificare quindi le condizioni proposte e contrattare con le banche di migliori. Nel caso non si trovasse un accordo con le banca sulle condizioni di tenuta conto è sempre possibile recedere dal contratto e trasferirsi presso un altro istituto senza costi aggiuntivi, e con tempistiche massime delle operazioni di chiusura conto di 12 giorni.

Nella fase più difficile per le famiglie ed i cittadini del nostro Paese, alle prese con aumenti di tutti i tipi a fronte di salari bassi e stagnanti,  ci sono parti dell’economia che proprio da quella crisi traggono giovamento. Il sistema bancario è tra questi. Nel 2022 le prime cinque Banche italiane hanno complessivamente registrato un utile netto in crescita del 66%. Un utile fatto in gran parte tutto a spese dei soliti noti, nella generale  disattenzione del Governo e della politica.”