19/04/2018 – Marcello Faustino del Popolo della Famiglia Ravenna si scaglia contro il convegno “Educativo” intitolato: Pluriverso di genere, Progetti e strumenti per Educare alle differenze, che si terrà sabato 21 aprile presso Almagià. Secondo Faustino “si capisce che abbiamo nuovamente a che fare con il vecchio caro tema tanto amato da questa Amministrazione comunale: il Gender! E nel caso specifico il Gender nelle scuole”, “Leggendo la locandina – spiega il portavoce del PdF – se ne ha la conferma, infatti alle 10.05 è prevista una relazione su un questionario che è stato fatto svolgere nelle terze e nelle quarte del Liceo Economico Sociale Alighieri di Ravenna col titolo “pregiudizi di genere..” (appunto Gender a scuola), propinato a ragazzini minorenni, e magari con i genitori non informati. Poi ancora alle 10.45 gruppo di lavoro fatto da ragazzi delle terze superiori col titolo “che cosa ne pensano i nostri coetanei nelle questioni di genere? (ancora Gender nelle scuole, ancora minorenni), poi addirittura arriva il turno delle scuole secondarie di primo grado della Bassa Romagna (scuole medie, ragazzini di 11 anni!), con “Guardare e vedere le differenze”, “identità plurale”? gioco di ruoli? Quali ruoli? Ed i genitori di questi bambini, sono stati informati di queste attività che vogliono orientare i nostri bambini al mondo Gender nelle scuole tramite l’Arcigay? Ed ancora “Corpo, identità e cultura alterità e differenze”, tutte attività e concetti imposti ai nostri bambini da Arcigay ed altre associazioni sempre pro lgbt e Gender, sempre nelle scuole. Tutto riportato nella locandina, non mi sto inventando niente. In buona sostanza qui siamo di fronte al mondo lgbt (Arcigay e le altre associazioni che hanno la, più o meno, esplicita missione di divulgare la teoria Gender), che entra a porte spalancate nel nostro Liceo Alighieri e nelle scuole medie della Bassa Romagna. Il Comune di Ravenna – conclude Faustino – dunque sta utilizzando i nostri soldi per finanziare questi progetti, per noi ma immagino per tanti altri genitori se soltanto ne conoscessero i contenuti, intollerabili. Il Popolo della Famiglia nasce proprio con la prerogativa di combattere l’indottrinamento Gender nelle scuole, non poteva dunque restare senza far nulla di fronte a questa palese iniziativa del Comune che lo promuove con i nostri soldi. La scuola deve pensare ad insegnare a leggere ed a scrivere, a dare un metodo di studio ai nostri figli. All’educazione, specie su temi così delicati ci penseranno le rispettive famiglie nel rispetto dei diversi valori e principi”.