Le lavoratrici e i lavoratori delle farmacie private aderiscono allo sciopero nazionale di giovedì 6 novembre, con un presidio organizzato a Ravenna, davanti alla sede provinciale di Federfarma (via Faentina 30) dalle ore 11.30 alle 13.30.
La trattativa per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL), scaduto nell’agosto 2024, è ferma. Federfarma si mostra indisponibile a riconoscere incrementi retributivi in linea con l’aumento del costo della vita e a prevedere soluzioni normative adeguate al ruolo che questi lavoratori svolgono ogni giorno al servizio della salute pubblica.
Nonostante le numerose mobilitazioni già promosse nei mesi scorsi, Federfarma non ha modificato le proprie posizioni: nessun miglioramento economico, nessun riconoscimento della professionalità e dei diritti individuali.
Il contratto è scaduto da 15 mesi e la rottura della trattativa è totale. Federfarma continua a negare l’adeguamento salariale all’inflazione e il riconoscimento del nuovo ruolo sanitario assunto dai dipendenti, che oggi svolgono funzioni cruciali come vaccinazioni, tamponi e test diagnostici, trasformando la farmacia nel primo presidio territoriale di assistenza.
Al posto di un dialogo costruttivo, la federazione datoriale ha scelto la linea della chiusura. Nelle ultime ore – denunciano i sindacati – Federfarma ha diffuso circolari intimidatorie e informazioni fuorvianti per scoraggiare la partecipazione allo sciopero, un comportamento che mina le relazioni sindacali e ignora le legittime rivendicazioni di un’intera categoria.
Per queste ragioni, Filcams CGIL, Fisascat CISL e UILTuCS proclamano una giornata di sciopero nazionale per l’intero turno di giovedì 6 novembre, con manifestazioni in tutta Italia e presidio a Ravenna davanti alla sede di Federfarma.
Le lavoratrici e lavoratori delle farmacie sono passati dall’essere gli eroi della pandemia ai dipendenti invisibili di oggi”, dichiarano le rappresentanze territoriali di Filcams, Fisascat e UILTuCS. “Il 6 novembre sciopereranno per la dignità della loro professione. Le loro responsabilità sanitarie, dalle consulenze ai vaccini, crescono ogni giorno. È ora che il contratto se ne accorga e gli riconosca il giusto valore. Un contratto dignitoso non è uno slogan: è una necessità per fermare la fuga dei professionisti dal settore.”
FILCAMS CGIL FISASCAT CISL UILTuCS
Andreola Tecla Claudio Iasevoli Isabella Ciotti

























































