“Abbiamo vinto!!
Il progetto della Bys (società Snam) di “conversione con potenziamento dell’impianto di produzione di energia elettrica da biogas in un impianto di produzione biometano” a Faenza (RA), Granarolo è stato bocciato.
Ieri, 20 gennaio 2025 con det. 116/2025 il Comune di Faenza, sentita la Conferenza dei Servizi ha dato parere negativo.
Dirimente il discorso sulla viabilità, poiché è evidentemente impossibile aumentare il transito di grandi mezzi, addirittura carri bombolai sulla strettissima via Fabbra.
La Snam aveva proposto di costruire un’altra strada, ma non aveva nemmeno fatto un progetto di fattibilità né aveva la disponibilità di terreni, inoltre i mezzi avrebbero transitato nel centro di Granarolo.
Insomma tanta fretta ha fatto inciampare il gigante Snam sulla stretta via Fabbra, facendolo cadere.
La Pas (procedura abilitativa semplificata) richiesta dalla Snam inoltre non era lo strumento corretto, lo scrive anche il Comune, per un progetto di questo tipo. Cosa che noi dicevamo da tempo. Non si capisce perché era stata avviata l’istruttoria a fine novembre.
Siamo ovviamente molto soddisfatti, ma nulla ci toglie dalla testa che se non ci fosse stata una grande mobilitazione dal basso, se la notizia non fosse trapelata al di fuori degli uffici comunali, se non avessimo organizzato una gremita assemblea pubblica, il progetto sarebbe forse stato approvato.
Ma tutto è bene quello che finisce bene, almeno per ora. E speriamo che la Snam non faccia ricorso.
Però ci preme sottolineare una cosa.
A differenza di quanto espresso dai Verdi e dalla giunta comunale, la situazione attuale non è certamente un idillio né in equilibrio.
Già ora con l’attuale impianto a biogas alimentato da biomassa la situazione è al limite della legalità, in quanto transitano grandi mezzi su una stradina dissestata e in alcuni punti franata. Gli utenti deboli già ora rischiano di essere agganciati dai camion in entrata e uscita.
Anche gli autisti dei camion e trattori rischiano gravi incidenti, poiché una ruota messa male vuol dire cadere nel fosso che è profondo vari metri.
Già ora non ci sarebbero i presupposti per mantenere operativo un impianto di questo tipo, che a nostro avviso andrebbe chiuso. Non c’è nulla di economia circolare in questo impianto, in quanto brucia mais da colture dedicate, con spreco di acqua, terreni e pesticidi, emettendo polveri sottili che finiscono in aria.
Inoltre la centrale esistente è stata realizzata a pochi metri dal canale emiliano romagnolo, in spregio alla fascia di rispetto, in un punto dove convergono altri canali e dove scola tutta l’acqua che esce dal Lamone in caso di piena, non a caso zona già alluvionata.
È assurdo come lo stesso consorzio Cer abbia dato parere favorevole anche su questo ampliamento.
Insomma, dopo questa sacrosanta bocciatura a nostro avviso è necessario revocare il permesso anche per la centrale esistente, autorizzata malamente nel 2011.”