Da tempo il relais Villa Abbondanzi ha presentato progetto di ampliamento della propria attività in via Emilia Ponente 23. I lavori dovrebbero protrarsi per alcuni anni, senza però pregiudicare l’attività della struttura. Fra le nuove strutture che verrebbero costruite, anche un capannone adibito a deposito e in parte a centrale termica a servizio di Villa Sirene.
Il progetto aveva suscitato nei mesi scorsi diverse curiosità all’interno della comunità faentina, poiché era destinato a sanare alcuni abusi edilizi. La società che gestisce Villa Abbondanzi ha raggiunto con l’amministrazione comunale l’accordo di demolire le strutture abusive una volta terminato l’ampliamento richiesto.
Contro l’ampliamento si è però apertamente schierata Faenza Eco-logica che, durante il Procedimento Unico, ai sensi dell’art. 53 LR 24/2017, ha inviato le proprie osservazioni, come previsto dalla legge.
“1) In primo luogo a nostro parere” si legge in un comunicato stampa inviato dalla realtà ambientalista “è scorretto usare l’art. 53 legge 24/2017 per sanare, ricostruire e ampliare edifici abusivi (così definiti dagli stessi atti e dall’accordo siglato con il comune a dicembre 2023). L’art 53, pur di maniche larghe prevede “interventi di ampliamento e ristrutturazione di fabbricati adibiti all’esercizio di impresa” ma non sanatorie su edifici abusivi, come ci pare si stia facendo con il Relais di Villa Abbondanzi.
2) Il progetto prevede un incremento di superficie impermeabile pari a circa mq. 1.400 in zona soggetta a alluvioni poco frequenti, ma con la crisi climatica la frequenza è stravolta. La laminazione prevista non può in alcun caso equiparare la capacità del suolo di assorbire acqua. La zona è già gravata da un’altra lottizzazione, che ha come proponente la società Naturlandia Snc (sempre dei Bucci). In via Sant’Orsola, sorgeranno infatti dozzine di villette a schiera, parcheggi e (come compensazione) una pista ciclopedonale per la quale saranno tombati tutti i fossi. In tutto circa 26.000 mq di suolo ricoperti da cemento.
3) Ma torniamo al Relais Villa Abbondanzi. L’edificio 4 da costruire ex novo è una centrale termica a cippato e sarà costruito su un terreno “Ambito ad alta vocazione produttiva agricola di pianura”. Il proponente chiede di procedere a variante urbanistica, tramite approvazione in consiglio comunale, in modo che la porzione in esame sia inclusa all’interno del perimetro urbanizzato. Questo però non è possibile, non si può più ampliare il perimetro del TU (territorio urbanizzato) poiché è espressamente vietato dalla LR 24/2017. Anche perché se ampliamo di continuo il perimetro, aumenterà anche il 3% massimo di consumo di suolo permesso, una volta che sarà approvato il PUG. Insomma, non fermeremo mai il consumo di suolo.
4) La centrale a cippato sorgerebbe proprio dietro la nuova lottizzazione dei Bucci, ma non ci sono previsioni sulle polveri sottili emesse in aria. Si legge che “l’area di intervento non presenta criticità in quanto è marginale rispetto all urbanizzato”. In realtà non si prendono in considerazione i campi di atletica (che distano 300 metri e dove si allenano ogni giorno i ragazzi) e la nuova lottizzazione già citata, con le case a pochi metri dalla centrale.
5) Si sottolinea che “Le poche ceneri prodotte saranno meccanicamente raccolte in contenitori appositi e successivamente smaltite a norma di legge”, senza dare una stima oggettiva della quantità di ceneri, e bypassando sul fatto che, secondo la Valsat la zona è compresa tra le “Zone non idonee alla localizzazione di impianti di smaltimento e recupero di rifiuti (urbani, speciali e speciali pericolosi)”.
6) il deposito del cippato della nuova centrale a biomassa è previsto “in un vano completamente interrato”. Ma questo non è assolutamente cautelativo in caso di rischio idraulico.
7)Leggiamo inoltre che “la nuova centrale termica a biomasse viene prevista ad integrazione di quella completamente interrata che si sta realizzando in prossimità del parcheggio privato di uso pubblico anch’essa a biomasse, con l’obiettivo finale di soddisfare il fabbisogno di energia termica di tutto il complesso”. La legna proviene dai tagli di alberi locali. La realizzazione di strutture interrate continua a non essere prudenziale vista l’aumentato rischio idraulico.
8) Inoltre secondo la stessa Arpa la biomassa legnosa risulta essere la principale sorgente di PM2.5, le polveri ultra sottili che provocano 47000 morti precoci in Italia ogni anno. Ma dalla combustione del legno si generano anche ossidi di azoto e composti organici volatili, tutti molto pericolosi per la salute. Tanto che in Emilia-Romagna è vietato bruciare legna, stufe a pellet e a cippato (fino a due stelle) al di sotto dei 300 metri di altitudine, durante l’inverno. Nei periodi di emergenza sono vietate anche le stufe a 3 stelle. Quante stelle ha la “centrale a cippato” del relais?
In ogni caso non è cautelativo della nostra salute incrementare il carico di polveri. I Bucci potrebbero usare 100% energia rinnovabile, con pannelli fotovoltaici sui tetti e solare termico.”



























































