Il 25 marzo scorso, è pervenuto a questo gruppo consiliare di Lista per Ravenna da Massimo Fico, segretario della propria lista civica, residente a Marina Romea, il seguente allarme: “Si è sparsa la voce che la Regione Emilia-Romagna ha autorizzato cooperative comacchiesi a pescare le vongole sui fiumi Lamone e Reno in territorio ravennate. Sono stati visti provare in acqua le cosiddette turbosoffianti che distruggono tutto”. Effettuati accertamenti, si ha purtroppo ragione di ritenere che ciò potrebbe corrispondere al vero, avendo acquisito dal Bollettino Ufficiale della Regione Emilia-Romagna (BURER) due preavvisi, ad opera dell’Agenzia Regionale per l’Ambiente (ARPAE-SAC) di Ravenna, pubblicati rispettivamente il 16 settembre 2020 e il 25 novembre 2020, di concessione d’uso per “occupazione spazio acqueo con boe per molluschicoltura” nel Fiume Reno in territorio di Ravenna da parte della cooperativa Simpson di Comacchio e di concessione per “occupazione area per allevamento di molluschi” nel fiume Lamone in territorio di Ravenna, da parte della coop. Reno di Comacchio. Le suddette aree, poste alle foci dei due fiumi, appartengono al demanio marittimo. Si tratterebbe di allevare vongole.

Tale attività, essendo sottoposta, nei casi di specie, al distanziamento di dieci metri da riva, per rispetto dei capanni da pesca ricreativi esistenti, collocandosi perciò nella zona centrale degli alvei fluviali ad alcuni metri di profondità, necessita di barche di quinta categoria dotate di turbosoffiante (idrorasca), vietato per tali imbarcazioni.

Non si comprende tuttavia come possa essere tollerata la navigazione nella parte marittima delle suddette aree fluviali essendo anch’essa esplicitamente vietata. Si veda al riguardo la deliberazione della Giunta regionale n. 342 del 31 marzo 2015: “Delimitazione delle zone di navigazione promiscua nella Regione Emilia-Romagna”, nell’art. 2 del cui allegato non sono compresi questi fiumi, essendo invece percorribili da imbarcazioni solo il Po di Volano dalla foce fino a Codigoro e il canale navigabile Migliarino-Porto Garibaldi fino a Comacchio.

Ciò premesso, si chiede dunque a codesta Capitaneria di Porto di attivare le proprie competenze sia in funzione preventiva, intervenendo perché sia impedita, per le ragioni esposte, l’attivazione delle suddette concessioni, sia in funzione repressiva nel caso si verifichi (come potrebbe essere già successo o in atto) che imbarcazioni di quinta categoria navighino nelle aree fluviali del demanio marittimo in questione, ancor peggio dotate di idrorasche turbosoffianti, nel qual caso imponendo le sanzioni conseguenti, sequestri dei mezzi compresi.

La presente istanza è rivolta per conoscenza, sempre ai sensi degli artt. 10 e 10 bis legge 241/1990 sul procedimento amministrativo:

  1. al sindaco di Ravenna, affinché accerti, tramite anche i propri servizi competenti in materia di tutela dell’Ambiente e di Polizia locale, comportandosi di conseguenza, se le eventuali suddette concessioni di allevamento di molluschi nelle foci dei fiumi Lamone e Reno possano essere viziate in fatto di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), nonché per mancata pubblicazione degli avvisi nell’albo pretorio del Comune di Ravenna, in violazione dell’art. 18 del regolamento applicativo del Codice della Navigazione, fatto proprio per la sua parte dalla Regione Emilia-Romagna;
  2. al direttore generale dell’AUSL, affinché accerti, agli stessi scopi, se le acque del demanio marittimo in questione sia state classificate idonee alla raccolta dei molluschi.