Immagine di repertorio
“Da alcune settimane assistiamo sgomenti ad articoli sulla carta stampata e sul web con titoli creati forse per attirare attenzione, ma destinati ad alimentare falsi miti e a provocare disinformazione. La comunicazione enfatizza uccisioni, sbranamenti, pericoli, minacce date dal lupo,  si cavalcano con sensazionalismo paure tramandateci dalle favole della nostra infanzia, che dipingeva il lupo come cattivo e spietato. Oggi, fortunatamente nei libri per ragazzi  la narrazione del lupo è ben diversa e i bambini imparano a conoscerlo in vesti molto diverse.
Purtroppo la narrazione a cui stiamo assistendo in questi giorni, con “apparizioni” che sembrano moltiplicarsi in ogni dove, è ben diversa: nessuna evidenza scientifica, nessuna verifica.
L’obiettivo sembra essere quello di generare allarmismi e paure per alimentare la guerra al lupo. Ciò che dovrebbe alimentarsi è solamente la cultura e la conoscenza su questo predatore, intelligente ed adattabile, che svolge una funzione essenziale per gli equilibri naturali. Invece si alimenta solo l’ignoranza che impedisce di capire l’importanza dei predatori per ogni ecosistema. Gli ultimi studi condotti da ricercatori polacchi dimostrano per esempio che il lupo è fondamentale nell’arginare la diffusione della peste suina africana. Il lupo è un animale schivo ed elusivo che in caso di incontro con l’uomo si dilegua e non dovremmo puntare il dito contro il predatore semmai contro l’essere più distruttivo del pianeta, l’uomo stesso.
Da secoli non si registrano aggressioni ai danni dell’uomo fatto salvo casi di morsicature causate da lupi resi confidenti proprio dall’uomo. Il lupo rappresenta il miglior sistema ecologico di contenimento della popolazione di ungulati selvatici, è un selettore naturale.
Questa continua alimentazione della paura nei confronti del lupo ha l’obiettivo di far abbassare la guardia, così quando qualcuno ne chiederà l’abbattimento questa sarà giustificata  in quanto animale ‘pericoloso’!!
La modifica da parte dell’uomo dei territori, con sempre più aree dedicate alle colture intensive, è responsabile della migrazione degli animali selvatici e dei loro predatori. Occorre esserne consapevoli e mettere in sicurezza i propri animali domestici o da allevamento. Non è con l’abbattimento che si risolvono queste problematiche ma con il rispetto e la tutela del nostro territorio e degli animali che lo abitano da molto prima di noi.”