In queste ultime settimane Confesercenti è stata impegnata a elaborare documenti di sollecitazione a tutti gli 11 candidati a Sindaco nei 4 Comuni dell’Unione della Romagna Faentina che andranno al voto il prossimo 26 Maggio.

Con spirito anche critico ma sempre costruttivo e in piena autonomia l’Associazione ha esortato i canditati a usufruire dell’esperienza in capo alle Organizzazioni della rappresentanza, che riflettono gli umori e lo stato di salute delle imprese e possono contribuire alla crescita del territorio. Ma serve vero ascolto e confronto.

“Riteniamo – è recitato in tutti i documenti – che i livelli intermedi di rappresentanza siano fondamentali nella vita politica intesa come ‘della polis’, come governo della città, e auspichiamo che il nostro contributo possa essere sempre richiesto, rispettato e preso in debita considerazione.”

Purtroppo l’appello, le proposte e le sollecitazioni ai candidati partono dalla evidenza di dati ancora molto preoccupanti in ordine alla natimortalità delle imprese, soprattutto se ancora nel 2019, dopo 10 anni di pesante crisi non ancora alle spalle evidentemente, ci sono trend negativi.

Appena pubblicati i dati della Camera di Commercio relativi al primo trimestre del 2019, si leggono numeri sconfortanti. Il territorio dell’Unione della Romagna Faentina registra un saldo negativo ( fra imprese iscritte e cessate in CCIAA ) di -59 imprese nel Commercio e -10 nel Turismo. Solo per Faenza, che riporta il dato peggiore in Provincia, in evidenza un -37 nel commercio e un -6 nel turismo.

Confesercenti, per citare un altro passo comune dei documenti “Quando lancia un grido di allarme non lo fa mai in via autoreferenziale, ma certa di una esperienza vissuta sulla pelle delle imprese”.

L’Associazione auspica di poter cominciare a lavorare subito con i nuovi Sindaci, ma con un orizzonte come minimo di area vasta a livello territoriale perchè servono politiche di sostegno condivise, sia per la pianificazione urbanistica e commerciale (stop a insediamenti della grande distribuzione, piani del commercio) sia per le politiche di valorizzazione (promozione turistica, rigenerazione urbana, promocommercializzazione, lotta alla desertificazione nei piccoli centri, negozi sfitti ecc).

Temi poi fondamentali e trasversali, oltre alle specificità comunali,  sui quali è stata posta l’attenzione sono relativi alla sicurezza, all’abusivismo e alla concorrenza sleale nei settori del commercio e del turismo, alla tassazione locale, alla burocrazia, agli affitti commerciali, solo per citarne alcuni.

Confesercenti mette a disposizione la sua esperienza e auspica un comune lavoro nella direzione di tutelare la rete distributiva tradizionale perchè  se vivono commercio e turismo vivono città e paesi.

Naturalmente e in primo luogo servono politiche economiche nazionali utili davvero a rilanciare i consumi e a superare la prolungata   fase di incertezza   che contribuisce a rallentare la crescita, a partire dallo scongiurare definitivamente l’aumento dell’Iva e dalla riforma vera del fisco.