Eugenio Fusignani, segretario provinciale del Partito Repubblicano, conferma il sostegno alla candidatura di Massimo Isola a sindaco di Faenza. I Repubblicani erano uno dei tanti soggetti interessati in questi giorni a discutere il programma e le alleanze all’interno della coalizione di centrosinistra. Gli ultimi confronti sono stati decisivi e oggi il segretario provinciale del partito ha annunciato pubblicamente la condivisione del progetto:

“Massimo Isola candidato sindaco di Faenza è una bella notizia. Innanzi tutto, è una bella notizia per la Città, perché Isola ha la preparazione politica giusta e la sensibilità umana necessaria per dimostrare che il cambiamento non è la trappola distruttiva di ogni esperienza del passato, ma un vero percorso di condivisione del futuro, l’unico rinnovamento che chiama tutti noi a migliorare e innovare. Ed è una bella notizia per i Repubblicani romagnoli, che Massimo Isola hanno apprezzato come collaboratore di Andrea Manzella, avendo il piacere e l’occasione di conoscerlo già vent’anni fa, prima ancora degli stessi Faentini. Per questo, con la consapevolezza del ruolo e del rilievo che ci riconosce la tradizione della Città, ma anche con la costanza e la serietà della nostra condotta politica, il PRI si è fin da subito impegnato per sostenere direttamente Massimo Isola e la coalizione della sua candidatura. Con il coordinamento degli iscritti faentini, questa responsabilità è stata presa in carico direttamente dalla Direzione provinciale di Ravenna che ha sempre partecipato a tutti gli incontri, i confronti e i colloqui di avvio di questo nuovo progetto amministrativo.

Il PRI, a Faenza come a Ravenna, con umiltà, consapevolezza e passione, ha offerto la propria immediata collaborazione operativa, dalla raccolta all’autenticazione delle firme di presentazione, per creare una lista di spirito e carattere, non solo nel rispetto di tutti gli spazi di cosiddetto civismo già occupati, ma soprattutto nella ferma convinzione che una Città di quasi 60mila abitanti (e una delle due più importanti in Regione chiamate al voto di settembre) non debba aver paura dei simboli e degli strumenti dell’aggregazione e della politica nazionale. L’unica richiesta dei Repubblicani, è stata il mantenimento, in qualsiasi posizione, con qualsiasi dimensione, colori di visibilità e persino nome di lista, del glorioso simbolo dell’Edera, e non per una nostalgica retorica di testimonianza, ma per portare nella coalizione di centrosinistra un emblema di fratellanza e unità europea e un segno di importanza storica anche per la Romagna”.

Tuttavia non mancano gli attriti. Da una parte con gli alleati alle ultime elezioni regionali:
“Per rispetto e per convinzione di quanto di quanto di buono già presente sul campo, il Partito Repubblicano Italiano ha proposto come prima iniziativa l’esperienza della lista +Europa – Psi – PRI, il cartello che ha sostenuto e caratterizzato nel centrosinistra l’elezione di Stefano Bonaccini presidente di Regione Emilia–Romagna sulla scorta dell’esperienza positiva maturata alle Europee del 2019. Fin da subito sono iniziate le difficoltà, e c’è anche chi ha preferito, in disaccordo con le proprie segreterie politiche provinciali e regionali, abbandonare immediatamente quel tentativo di costruzione di una moderna area laica. Il PRI, con l’attenzione e considerazione anche del gruppo consiliare faentino del Partito democratico, ha allora proposto di rinnovare e allargare quella bella prova politica di fine gennaio. Ma dopo oltre un mese di premesse, chiacchierate e discorsi, tocca ammettere che c’è chi ai Repubblicani ha solo fatto perdere tempo”.

Dall’altra con i partiti e movimenti che all’interno della coalizione del centrosinistra si stanno concentrando più sui nomi che sui contenuti:
“Purtroppo, dopo oltre un mese di lavoro più sulle forme che sui contenuti, alla disponibilità
del PRI vengono opposte strategie e personalismi che non aiutano certo Massimo Isola e
raccontano le difficoltà faentine a impegnarsi nell’area liberaldemocratica, tanto sbandierata invece a parole. È un peccato. Ed è un peccato perché Faenza, oltre ad essere un laboratorio per una proposta politica utile ad una prospettiva di più ampio respiro, potrebbe essere arricchita da questi valori precisi e definiti, senza vincoli di vecchia appartenenza e su un programma autenticamente avanzato. È un peccato perché rinunciando a ogni collaborazione il rischio non è semplicemente quello della frammentazione o della dispersione di energia, ma è il venir meno di una chiara azione di cui Faenza ha necessità: contrasto a un’eccessiva terziarizzazione dell’economia, cultura di vera sicurezza del territorio, dalla manutenzione ordinaria e straordinaria delle infrastrutture al rispetto dei doveri di cittadinanza, scelte sanitarie controllate dalla politica e non dai tecnici, attenzione ai diritti civili, politiche ambientali non di bandiera ma di contesto innovativo e sviluppo tecnologico”.