16/05/2018 – Nuovamente arrestato S.M., il 29ennne finito in manette l’11 ottobre dello scorso anno, dopo un blitz dei carabinieri che lo avevano sorpreso nel garage di un condominio nel centro di Faenza, utilizzato come deposito di marijuana e cocaina. L’uomo, dopo quell’arresto, aveva beneficiato del regime degli arresti domiciliari, ma i carabinieri hanno accertato che non rispettava le “regole” fissate dal giudice e così è tornato in carcere.
Il 29enne, ad ottobre dell’anno scorso, era finito nel mirino dei carabinieri di Granarolo faentino, dove all’epoca abitava. I militari dell’Arma, dopo averlo tenuto sotto osservazione per alcuni giorni, un pomeriggio lo avevano pedinato fino ad arrivare a un garage in via Mameli, in pieno centro a Faenza. Il blitz aveva consentito il sequestro di quasi undici chili di marijuana e 120 grammi di cocaina, immagazzinati in quel locale che a tutti gli effetti era stato adibito a laboratorio per il confezionamento
Il ragazzo, su disposizione del gip, era stato associato al carcere di Ravenna dove poi ha scontato alcuni mesi di detenzione. L’esito del giudizio abbreviato, come richiesto dal difensore, è stata una condanna a sei anni di reclusione per detenzione di stupefacenti. Dal 19 marzo di quest’anno, però, il giudice aveva accolto la richiesta del difensore ammettendolo alla misura cautelare dei domiciliari in un appartamento a Faenza. Il giudice, oltre al divieto di allontanamento dall’abitazione senza autorizzazione, gli aveva imposto di non incontrare nessuno, al di fuori dei propri familiari.
Nel corso dei consueti controlli che i carabinieri del radiomobile hanno effettuato nei confronti del 29enne, è emerso che la sua abitazione era frequentata da personaggi con precedenti per stupefacenti. In un caso, uno degli “ospiti”, all’arrivo dei militari, aveva tentato di nascondersi in bagno mentre in altre due occasioni, nonostante il 29enne avesse garantito di trovarsi da solo, i militari lo avevano trovato in compagnia di una donna che aveva anche protestato quando i carabinieri avevano ricordato all’arrestato che non poteva ricevere visite, salvo quelle dei parenti. uU’altra volta, mentre i militari arrivavano, lo avevano pizzicato beatamente affacciato alla finestra che conversava con un conoscente. Infine, in occasione di un recente controllo, i carabinieri, mentre ispezionavano le stanze del suo appartamento, si erano trovati di fronte un pitbull.
Negli ultimi tempi, i militari dell’Arma avevano anche appurato che il 29enne aveva la disponibilità di un telefonino cellulare. Esaminando le sue telefonate erano risaliti a contatti con altri personaggi legati al mondo dello spaccio. Nella sua rubrica, ad esempio, aveva registrato sotto un nome di fantasia il numero di un noto pregiudicato per fatti di droga e poi, per giustificarsi con i carabinieri che gli avevano contestato numerose telefonate dirette proprio a quell’utenza, aveva raccontato che si trattava di una pizzeria che faceva le consegne a domicilio.
A quel punto, viste le continue violazioni, i militari hanno proposto al pubblico ministero, dott. Stefano Stargiotti, l’aggravamento della misura cautelare.
Il gip Antonella Guidomei ha concordato con il pubblico ministero, osservando che l’arrestato ha dimostrato con le sue violazioni di essere “privo di capacità di autocontrollo”, presupposto “imprescindibile” per poter beneficiare della misura domiciliare, così ha ordinato ai carabinieri di riaccompagnarlo in carcere a Ravenna, provvedimento che è stato eseguito nel pomeriggio di martedì.