A partire da giovedì 9 maggio 2019, presso il poliambulatorio della Domus Nova di Ravenna viene attivato uno sportello A.I.D.O., con apertura settimanale, con lo scopo di informare e raccogliere le adesioni al programma di donazione d’organo. Il progetto denominato AIDOMUS è stato realizzato grazie al lavoro congiunto tra i Lions Club di Imola e della Provincia di Ravenna, l’Ospedale Privato Accreditato Domus Nova di Ravenna e l’A.I.D.O. Provinciale di Ravenna con lo scopo di sensibilizzare il cittadino alla donazione di organi da trapiantare. La preparazione del progetto ha previsto un corso di formazione preliminare sia per i dipendenti interessati al progetto, sia per nuovi volontari A.I.D.O. Aderire al programma di donazione in Italia è semplice. In particolare la Legge 91 del 1999 stabilisce il principio del consenso o dissenso esplicito, per cui a chiunque è data la possibilità di dichiarare validamente la propria volontà presso: – gli sportelli dei Comuni in occasione del rinnovo della carta d’identità (progetto Una scelta in Comune), – le ASL e le Aziende Ospedaliere, – gli ambulatori dei medici di medicina generale, – le associazioni dei donatori come l’A.I.D.O., – i Centri Regionali per i Trapianti (C.R.T.). Tutto ciò ha consentito di ridurre progressivamente la lista d’attesa per trapianto, lista che comunque è ancora molto lunga (nella sola Regione Emilia Romagna nel 2018 i pazienti in lista sono stati 1.131, con un calo rispetto all’anno precedente dell’1.2%) Nel 2018 nella nostra Regione sono stati effettuati 319 trapianti provenienti da 114 donatori, con una media di donatori più alta rispetto al territorio nazionale (25.6 contro 22.6 donatori pmp), ma, nonostante i grandi progressi della chirurgia del trapianto e delle terapie antirigetto ed il progressivo aumento delle segnalazioni di potenziali donatori d’organo da parte dei Reparti di Terapia Intensiva, troppe persone affette da gravi malattie di organi vitali quali cuore, polmoni, fegato, reni, … continuano a morire perché l’agognato trapianto non è arrivato in tempo. E questo è da imputare almeno in parte ad un numero ancora insufficiente di donatori poiché ancora troppe persone vivono l’atto della donazione come qualcosa che non le riguarda, o che addirittura può mettere a repentaglio la loro vita facilitando il fatidico distacco della spina da parte di medici frettolosi e distratti. E’ pertanto indispensabile che tutti capiscano che la constatazione di morte, condizione indispensabile per iniziare il percorso del prelievo degli organi, è un fatto scientifico e incontrovertibile certificato da una equipe medica multispecialistica e che donare i propri organi è l’atto supremo di amore che ognuno di noi può fare nei confronti di chi soffre. Ricordiamoci che in ognuno di noi c’è un donatore potenziale e che con una semplice firma si possono salvare molte vite!