“Domani faccio la brava”: inaugura in Regione la mostra fotografica di Giampiero Corelli sulle donne in carcere

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Volti di donne detenute, un viaggio tra le sezioni femminili di tredici istituti penitenziari, da Roma a Milano, da Bologna a Venezia, da Firenze a Torino, da Forlì a Trani, fino a Reggio Calabria, Napoli, Palermo, Messina e Catania: “Domani faccio la brava” è il lavoro del fotoreporter ravennate Giampiero Corelli in mostra a Bologna dal 23 febbraio al 10 marzo. La mostra è stata inaugurata nella sede dell’Assemblea legislativa alla presenza del fotoreporter, della presidente dell’Assemblea legislativa Emma Petitti, del garante dei detenuti Roberto Cavalieri, della direttrice della casa circondariale bolognese della Dozza Rosa Alba Casella e del presidente della commissione Parità e diritti Federico Amico.

La mostra si divide in due: una prima parte in Assemblea legislativa regionale (piano terra), in viale Aldo Moro 50 (visitabile dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 18, chiusa il sabato e i festivi), una seconda nella casa circondariale della Dozza, in via del Gomito 2 (questa seconda parte della mostra è visitabile solo su invito). Roberto Cavalieri e Rosa Alba Casella sono i promotori, rispettivamente, dell’iniziativa in Assemblea e alla Dozza.

“Con la mostra di Corelli portiamo in Assemblea il tema della detenzione femminile. Le donne recluse sono molte meno degli uomini, ma purtroppo in questo meno si contano anche le opportunità di lavoro, di studio e di formazione, dentro e fuori la detenzione. Il lavoro ‘Domani faccio la brava’ deve restare come patrimonio valoriale comune”, sottolinea la presidente Assemblea legislativa, Emma Petitti.

“Questa mostra – spiega Giampiero Corelli – raccoglie le immagini del lavoro di fotoreportage che ho realizzato dal 2008 a oggi. Un affondo in un mondo fatto di sofferenza, ma anche di voglia di riscatto. Le donne che ho incontrato, spesso anche madri, hanno deciso di farsi fotografare per consegnarci una testimonianza, forte, della loro vita da recluse. Un percorso che mi ha segnato profondamente, un’esperienza unica e indimenticabile”. Un lavoro che è stato tradotto da Corelli anche in un videoreportage.

Giampiero Corelli è un fotoreporter ravennate, è cresciuto nelle redazioni dei giornali, ha iniziato al Messaggero, poi a Repubblica e all’Espresso, da quasi trent’anni è al Resto del Carlino. In questi ultimi anni ha attraversato in lungo e in largo la penisola, varcando le porte degli istituti di pena più importanti, per portare a termine un percorso narrativo, di ricerca, che vede protagonista la dimensione femminile. Numerosi i suoi lavori fotografici, da “Io non mi arrendo”, storie di donne badanti, a “Donne che non tremano”, racconti all’Aquila dopo il terremoto, e ancora “Il vento negli occhi”, incontro con le soldatesse italiane in Afganistan, “La bellezza dentro”, donne e madri nelle carceri italiane, e “Tempi diversi”, reportage in un monastero di suore di clausura.

Ad affrontare il tema della detenzione femminile è poi il garante regionale dei detenuti, Roberto Cavalieri: “Per mettere a fuoco il mondo del carcere e cercare delle soluzioni ai problemi è necessario frazionare questo mondo nelle parti che lo compongono. In questo complesso puzzle si trovano tante minoranze, come quella delle donne. Questa mostra apre a una serie di incontri sulle minoranze penitenziarie che porteremo qui in Assemblea (il primo proprio sulle donne in carcere in programma già il prossimo 10 marzo), nella speranza di fare conoscere all’esterno questi mondi sommersi”.

Anche la direttrice della casa circondariale bolognese della Dozza, Rosa Alba Casella, interviene sulla situazione delle donne detenute: “Esporre una parte della mostra dentro il carcere, fatto certamente non usuale, è un modo per sensibilizzare sul tema della detenzione femminile. Le donne detenute, non solo alla Dozza, sono poche rispetto al totale della popolazione carceraria (con esigenze diverse rispetto agli uomini) e rischiano, negli stessi istituti, di essere marginalizzate. A Bologna per sostenerle durante la detenzione ci sono attività trattamentali a loro specificatamente dedicate, organizzate anche con la collaborazione della comunità esterna, fondamentale per la riuscita di questi percorsi di reinserimento”.

Il presidente della commissione assembleare per la Parità e per i diritti delle persone, Federico Amico, ripete quanto sia necessario portare in Assemblea eventi come questo: “Sono molto felice che il garante dei detenuti abbia voluto porre un accento così importante proprio sulla detenzione delle donne nella nostra regione. La mostra e il seminario promossi rappresentano un importante momento di confronto e di prosecuzione del dialogo tra istituzioni e associazioni. Le donne ristrette, seppur sono con numeri ridotti, sono portatrici di storie e vite importanti, per molti versi emblematiche della stessa condizione carceraria. Le carceri in regione, così come nel resto del paese, devono essere luoghi di rieducazione e riscatto, obiettivi che per le donne sono ancora più difficili. La fotografia di Giampiero Corelli ci aiuta a vedere e ci sprona a lavorare perché gli istituti penitenziari siano quanto più possibile luoghi in stretta relazione con l’esterno”.

Presenti all’inaugurazione anche le consigliere regionali Stefania Bondavalli e Silvia Piccinini, i consiglieri regionali Luca Sabattini e Gianni Bessi e i ragazzi del Consiglio comunale dei ragazzi di Rolo, nel reggiano, studenti dell’istituto comprensivo Italo Calvino, accompagnati dall’assessora alla Scuola Daniela Camurri.

Sempre in Assemblea, a conclusione della mostra di Corelli, è in programma, il prossimo 10 marzo un incontro dedicato alla detenzione femminile, con le direzioni delle strutture carcerarie della regione e i rappresentanti dell’associazionismo carcerario (anche questo evento è organizzato dal garante regionale dei detenuti).