Ventiquattro casi trattati nel 2021, di cui nove casi di discriminazione individuale e quindici di discriminazione collettiva. Quaranta le consulenze fornite, con prevalenza di richieste sui diritti riguardanti la tutela della maternità, conciliazione dei tempi di vita e di lavoro e smart working. È il bilancio dell’attività della consigliera di Parità, la figura regionale che promuove, a tutela del principio di non discriminazione, le pari opportunità per le lavoratrici e i lavoratori.

Sonia Alvisi, consigliera di Parità della Regione Emilia-Romagna, ha illustrato la relazione in commissione Parità e diritti, presieduta da Federico Amico.

“È stato un anno molto difficile -ha spiegato Alvisi- con le discriminazioni sul lavoro che si sono acuite, anche a causa della pandemia. Ma è stato anche un anno ricco di soddisfazioni, grazie all’importante collaborazione con l’Ispettorato del lavoro e con il direttore interregionale del ministero del Lavoro. Riguardo ai casi che abbiamo affrontato nel 2021 la conciliazione si è rivelata lo strumento più produttivo”. Alvisi si è soffermata sul tema della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, “che è ancora causa di dimissioni volontarie da parte di molte donne, soprattutto di coloro che devono affrontare il periodo di maternità”. Sul fronte delle molestie la consigliera di Parità ha evidenziato che “ancora molte donne hanno paura di denunciare perché sono in difficoltà, sole o separate. Spesso denunciano quando la situazione è già degenerata e diventa difficile la salvaguardia del posto di lavoro”.

Dai dati emerge che il settore privato vede coinvolte le aziende in maniera maggiore: 19 contro le 5 amministrazioni pubbliche coinvolte. Territorialmente, la provincia che presenta più casi è Bologna con 13 istanze, a seguire Ferrara e Modena con 3, Parma e Forlì Cesena con 2, Ravenna con 1. Nessuna istanza è invece pervenuta dalle città di Piacenza, Rimini e Reggio Emilia.

Complessivamente, i lavoratori coinvolti sono 174, di cui 165 lavoratori in casi collettivi e 9 in casi individuali. Fra questi, 116 sono donne e 58 uomini. L’età media è di 34 anni per gli uomini e 35 per le lavoratrici donne. La maggior parte dei soggetti coinvolti ha figli a carico. Le discriminazioni contestate riguardano per lo più difficoltà di conciliazione di vita-lavoro (congedi parentali, permessi, orari di lavoro, turni e timbrature), forme di discriminazione di genere, demansionamenti, mancate opportunità lavorative e discriminazioni salariali. In misura minore, ricorsi per provvedimenti disciplinari e contestazioni relative a mancanze sul luogo di lavoro. Nel 2021 sono stati denunciati due casi di molestie e molestie sessuali collettive di cui l’ufficio della consigliera si sta occupando.

La consigliera Roberta Mori (Pd) ha commentato: “La relazione ci accompagna in modo efficace. In Emilia-Romagna abbiamo cercato nel tempo di svolgere un ruolo integrato con altri istituti di garanzia. Questo gruppo di professionalità impegnato sui temi paritari andrebbe disciplinato a livello nazionale in modo che la sua efficacia di azione sia sempre più importante. Naturalmente il supporto delle istituzioni non deve mai mancare”.