Il cosiddetto decreto Cura Italia, emanato nei giorni scorsi dal Governo, contiene anche una serie di provvedimenti a favore dello sport, e soprattutto dello sport di base, lo sport per tutti.

E per fare in modo che tutti i suoi associati e affiliati possano conoscere bene, ed eventualmente usufruirne, le possibilità, i fondi e gli strumenti messi a disposizione dal decreto, il Csi Ravenna, in linea con la presidenza nazionale, ha inviato a tutte le sue società un estratto del decreto Cura Italia nella parte che riguarda le misure a sostegno dello sport.

“Fin dal giorno stesso in cui il decreto Cura Italia è stato emanato ci siamo subito mossi per aiutare i nostri tesserati e le nostre società – sottolinea il presidente del Csi Ravenna Alessandro Bondi – affinché possano avere tutti gli strumenti tecnici e giuridici per poter accedere ai fondi messi a disposizione dal decreto, senza dimenticare che in alcuni casi abbiamo avviato anche una serie di lezioni online e con canali YouTube dedicati per consentire di svolgere attività sportiva a casa, nel rispetto delle normative e delle ordinanze vigenti”.

Sono almeno sei i punti del Decreto che più da vicino riguardano il mondo dello sport.

1) trattamento di cassa integrazione in deroga per i dipendenti di Asd, Ssd e enti di promozione fino a copertura di 9 settimane (circa 2 mesi) di lavoro. Accedere a questa misura è di fondamentale importanza per le Asd e Ssd, in quanto pone a carico dell’Inps il costo dei lavoratori dipendenti, altrimenti ricadente sugli organismi sportivi.

2) L’indennità di 600 euro una tantum per i collaboratori di Asd, Ssd e Enti di Promozione Sportiva, che, a causa del blocco forzato degli eventi e dell’utilizzo di impianti, non percepiscono più compensi. Per beneficiare della misura, il collaboratore non deve percepire altri redditi da lavoro e deve presentare apposita istanza alla società Sport e Salute spa: le modalità di presentazione saranno decise entro 15 giorni dal MEF in concerto con le autorità sportive. Si tratta di un fondamentale riconoscimento dell’attività degli operatori sportivi dilettantistici, per la prima volta, destinatari di un ammortizzatore sociale.

3) Possibilità per i lavoratori dipendenti del settore privato, inclusi i dipendenti del comparto sportivo, purché iscritti alla gestione separata INPS, con figli di età non superiore a 12 anni, di usufruire di uno specifico congedo della durata di massimo 15 giorni perassistere minori (di età non superiore a 12 anni) con diritto al 50% della retribuzione. In alternativa è possibile beneficiare del bonus “Baby sitter” da 600 euro.

4) Sospensione dei versamenti fiscali e previdenziali per le associazioni che gestiscono impianti, stadi, impianti sportivi, palestre, club e strutture per danza, fitness e culturismo, centri sportivi, piscine e centri natatori. I versamenti sospesi potranno essere effettuati senza applicazione di sanzioni e interessi in un’unica soluzione entro il 30 giugno 2020 oppure mediante rateizzazione fino a un massimo di 5 rate mensili di pari importo a decorrere dal mese di giugno 2020.

5) Sospensione fino al 31 maggio 2020 dei pagamenti dei canoni di locazione e concessori per le associazioni e società sportive che gestiscono impianti sportivi pubblici dello Stato e degli enti locali. È previsto, altresì, il riconoscimento di un credito d’imposta e contributo alle spese di sanificazione degli ambienti di lavoro.

6) Rinvio al 28 giugno 2020 della scadenza ordinaria per la celebrazione delle assemblee annuali.

Per orientarsi tra queste misure, il Csi ha messo a disposizione gratuitamente l’ufficio giuridico fiscale, con l’obiettivo di assistere tutti gli associati e gli affiliati nella predisposizione delle domande, nella valutazione dei benefit ai quali si può accedere o meno, un supporto giuridico e di consulenza.

“È forse la prima volta in assoluto che il mondo dello sport viene riconosciuto e considerato a tutti gli effetti come parte dell’universo produttivo del nostro Paese: non era scontato – è il commento di Alessandro Bondi – né dovuto in quanto esso fruisce già di fortissime agevolazioni nonché di esenzioni dal pagamento di imposte. Il contagio da Coronavirus ha evidenziato tutte le debolezze giuslavoristiche di chi lavora in questo settore ed è privo di ogni forma di tutela che di norma spettano ad ogni lavoratore, autonomo o dipendente che sia. È forse giunto il momento, quando sarà finita la fase di emergenza, di mettere attorno ad un tavolo le parti sociali affinché trovino quelle soluzioni giuste e condivise, ma sostenibili per un sistema così fragile, che possano permettere a questi lavoratori di essere finalmente parificati nei doveri ma anche nei diritti a qualsiasi altro lavoratore italiano”.