Daini di Lido di Classe: gli animalisti protestano contro l’ipotesi della caccia | VIDEO

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Preisidio di protesta oggi a Lido di Classe da parte di diverse associazioni contro l’eventuale abbattimento di daini. Amministrazione comunale, Prefettura e Regione Emilia-Romagna stanno da tempo discutendo una via d’azione per limitare la presenza degli ungolati nella zona di Lido di Classe. Il numero di animali è considerato eccessivo. Un piano ancora non è stato deciso. La caccia è solo un’ipotesi, contro la quale però gli animalisti sono pronti a protestare, come avvenuto sabato 28 maggio. Gli animalisti contestano la descrizione degli animali come fonte di pericolo per la sicurezza stradale, l’ecosistema e le coltivazioni, tuttavia non sono contrari ad un ridimensionamento dei daini. Come gli anni passati, però, chiedono l’adozione di metodi non cruenti. 

Nei giorni scorsi un comunicato legato alla manifestazione era stato firmato da Animal Liberation, Clama Ravenna odv, Cruelty Free, Gruppo d’Intervento Giuridico-delegazione di Ravenna, Italia Nostra-sezione di Ravenna, Lac Emilia Romagna, Lega del Cane Bologna, Oipa Italia odv-sezione di Ravenna:

“Strage di daini a breve a Ravenna? Dopo anni di sensibilizzazione, proposte inascoltate, manifestazioni, dati evidenti forniti dalla Regione Emilia-Romagna (incidenti pressoché nulli e danni alle colture irrisori), cittadini sempre più numerosi a chiedere rispetto ed etica per i daini della Pineta di Classe, divenuti simbolo di bellezza e di speranza, Ravenna invece si affida ai cacciatori come ai tempi delle caverne e prepara un bagno di sangue? Il tutto in una zona del Parco del Delta del Po, in pieno periodo di nidificazione dell’avifauna e all’inizio della stagione turistica.

Davvero poco chiari questi bliz preparati in gran segreto e senza motivi resi pubblici, nel frattempo che l’assessore regionale Mammi, interrogato infinite volte dalla consigliera del Gruppo misto Giulia Gibertoni, prendeva lungamente in giro i cittadini con i “trasferimenti” dei daini in altri luoghi di caccia, ed invece, per non sporcarsi le mani, aveva già trasferito agli enti locali. Non sono bastate le mobilitazioni di centinaia di persone provenienti da tutta Italia nel 2015, che a gran voce han chiesto per mesi tutela e rispetto, riuscendo a fermare le pallottole.

Stando alla stampa, sembra non vi siano molti dubbi sulla frase: “attuare il piano di controllo” e sull’avvio di un’azione armata contro la fauna selvatica del Parco. In assenza di un programma chiaro, condiviso e pubblicato per tempo, dopo anni ed anni che se ne parla, non possiamo che pensare questo.

A seguito del tavolo tenutosi giovedì 12 maggio in Prefettura per l’“emergenza” daini – emergenza non suffragata da alcun dato pubblico né da alcun censimento pubblico aggiornato – parrebbe che a breve avrà luogo una strage di daini e dei loro cuccioli nel periodo in cui avviene il parto, e proprio a ridosso delle spiagge all’inizio della stagione balneare. Nessuna valutazione su come questo fatto inciderà sulla famiglia di lupi presente, che si ciba di daini, e sul loro possibile periodo del parto. Se così sarà  è davvero uno sconcertante inizio per la nuova gestione del Parco del Delta del Po e per il nuovo Prefetto di Ravenna De Rosa. Disattese tutte le disposizioni di legge che prevedono l’attuazione in via prioritaria di metodi incruenti ed il rispetto del periodo di nidificazione. Nessun dissuasore installato, reti ridicole e disastrate a protezione delle strade, cittadini lasciati in balia degli eventi, e nessuna soluzione di quelle invece adottate da tutti i paesi civili lungo le strade che costeggiano parchi e zone naturali. Anziché considerare i daini della Pineta di Classe, ormai amati da tutti, una risorsa per il territorio e per il turismo, si cede alle lobbies venatorie che non ebbero soddisfazione nel lungo inverno del 2015.

Vogliamo però ricordare, a meno che non decidano di sterminarli tutti, che questi provvedimenti sono completamente inutili, perché basta anche un solo daino per provocare un incidente potenzialmente fatale, visto che le strade non sono messe in sicurezza come da anni chiedono le associazioni di tutela ambientale ed animale. Se quanto sembra sarà confermato, invitiamo i turisti a boicottare le località balneari di un comune il quale, anziché programmare per tempo e far rispettare le leggi, si macchia di strage di innocenti. Attendiamo secca smentita su come si intenderà procedere”.