31/03/2018 – Torna ad intervenire sul crollo del controsoffitto dell’Accademia di Belle Arti il consigliere comunale Alvaro Ancisi, capogruppo di Lista per Ravenna: “L’assessore all’Istruzione ha risposto alla mia interrogazione question time del 26 marzo. Nella risposta si legge che il corso di plastica ornamentale, sospeso il 14 marzo, riprenderà il 9 aprile. Solo il 28 marzo l’INPS, proprietario dell’immobile, si è reso disponibile al sopralluogo congiunto coi tecnici del Comune, indispensabile per programmare i lavori, i cui tempi hanno così dovuto fare i conti col periodo pasquale. Se ne deduce che l’opera di ripristino, tutto sommato modesta, sarà realizzata quasi un mese dopo il cedimento in questione. Avevo scritto di un “grave nocumento per gli studenti, perché, oltre alla perdita di tempo prezioso dell’anno accademico, essi conservano in quell’aula le proprie opere dell’intero anno scolastico, le quali, essendo costituite di creta e gesso, necessitano di essere bagnate e lavorate in continuità”.Esso dunque avrebbe potuto essere limitato solamente che la pubblica amministrazione non funzionasse a scoppio ritardato. Ma la risposta dell’assessore, oltre a non rendere conto del perché il Comune di Ravenna avesse taciuto il fatto all’opinione pubblica, prima che il sottoscritto pubblicasse la sua interrogazione, sorvola sul problema logistico dell’Accademia, di ostacolo per il suo faticoso andamento, ma soprattutto per il suo ipotetico futuro. Lo avevo sintetizzato così: “Come se in città non ci fossero altri edifici, anche prestigiosi, anche nel centro storico, anche di proprietà comunale, inutilizzati da anni ed anni, il Comune ha rinnovato recentemente per cinque anni tale affitto al costo di oltre 180 mila euro, ben sapendo, ammonito anche dall’opposizione, che, grazie anche al meritorio aumento delle iscrizioni, l’immobile non è più in grado di mantenere la qualità delle attività accademiche, ma soprattutto che esso necessita di notevoli ristrutturazioni”. Nel frattempo, ho potuto acquisire copia del contratto stipulato il 1° dicembre scorso, non ancora registrato, ed essere dunque più preciso al riguardo. Risale alla fine degli anni ’90 il tragico trasferimento dell’Accademia dal prestigioso complesso monumentale della Loggetta Lombardesca in via di Roma 13, alla precaria periferia urbana di via dell’Industrie 76, in un immobile per due terzi di proprietà del Comune e per un terzo dell’INPDAP, ora INPS. Di lì i contratti via via stipulati dal Comune con l’ente previdenziale, fino a quello attuale, valido per 6 anni, pari ad € 122.840 per 870 metri quadrati di superficie. Questa collocazione rappresenta una grossa palla al piede per l’Accademia, anche nella prospettiva della vagheggiata, ma non scontata, statizzazione. Bisogna dunque che se ne parli a fondo”.