Non si placa il botta e risposta fra la Consulta Antifascista e La Rete, la formazione nata dopo la fuoriuscita dei suoi esponenti da Forza Nuova, che ha organizzato anche quest’anno il ricordo del gerarca fascista Ettore Muti. Desideria Raggi, portavoce di La Rete, aveva definito “Provocazioni dittatoriali e ridicole” le critiche della consulta alla celebrazioni.
Un’uscita alla quale la Consulta replica:
«C‘è la XII Disposizione della Costituzione nonché c’è la legge n. 645/52 in attuazione di tale disposizione che definisce i reati in materia di fascismo e in particolare all’articolo 4 della citata legge si definisce e punisce l’apologia del fascismo. “Chiunque esalta pubblicamente esponenti, principi, fatti o metodi del fascisimo… è punito con la reclusione fino a due anni…”. Norme la cui validità è stata riconfermata più volte da sentenze della Suprema Corte di Cassazione. Pertanto la reale portata dell’articolo 21 della Costituzione è chiaramente definita ma da costoro è ignorata e citata a sproposito. Per quanto concerne gli altri spropositi, vaneggiamenti ed infantilismi polemici contenuti in tale dichiarazione li rimandiamo al mittente. Ribadiamo semplicemente a costoro che il loro agire sarà oggetto di un’altro esposto alla Procura competente dal giorno successivo al compimento di quanto da loro annunciato se incorrerà in fattispecie di reato. Infatti le pratiche fasciste sono vietate e punite. A tutti ribadiamo che la Consulta si muove ed opera da sempre nel rispetto della legalità della Repubblica Italiana, ne chiede l’applicazione piena ed il rispetto delle sentenze passate in giudicato».