Martedì 21 febbraio il Consiglio comunale di Bagnacavallo ha invitato Giuseppe Masetti, direttore dell’Istituto storico della Resistenza e dell’Età contemporanea in Ravenna e provincia, a proporre una riflessione sul significato e il valore del “Giorno del Ricordo”.
Introdotto dal presidente del Consiglio comunale Matteo Giacomoni, nel suo intervento il direttore Masetti, dopo aver sottolineato la differenza che intercorre fra le celebrazioni pubbliche della data del 10 febbraio e gli esiti della ricerca storica, più impegnata a concatenare e contestualizzare gli eventi, ha presentato le due diverse stagioni che hanno ospitato la tragedia delle foibe: istriane del 1943 e giuliane del 1945, collegandole ai problemi di un territorio multietnico «che scontava, sul lungo periodo, i soprusi del fascismo di frontiera a partire dal 1920, e più tardi le rappresaglie in danno alle popolazioni autoctone nel periodo dell’occupazione militare, prima italiana poi tedesca, tra il 1941 e il 1945. Così pure i diversi periodi dell’esodo degli italiani dal territorio giuliano-dalmata vanno messi in relazione – ha osservato Masetti – alle risoluzioni della politica internazionale circa il tracciato del confine e l’assegnazione delle terre in prossimità della frontiera italo-slovena, specialmente dopo il febbraio 1947 e l’autunno 1954».