26/04/2018 – Dare più forza e coesione alla cooperazione agricola, agroalimentare, della pesca e dell’acquacoltura, per la prima volta impegnate in un’iniziativa unitaria e di sistema. Non poteva che muovere i primi passi proprio nell’Anno del Cibo Italiano il nuovo progetto di valorizzazione della filiera agroalimentare promosso da Fedagri Emilia Romagna e Federcoopesca Emilia Romagna, le due Federazioni di Confcooperative regionale capaci insieme di rappresentare 426 cooperative, oltre 55.000 soci, 18.600 occupati e un fatturato complessivo che sfiora i 9,2 miliardi di euro.
All’origine di questo progetto di maggiore sinergia e collaborazione tra le due Federazioni regionali, presentato oggi al Palazzo della Cooperazione di Bologna a seguito delle rispettive assemblee, c’è la volontà del sistema cooperativo emiliano-romagnolo di giocare un ruolo da attore protagonista in campo agroalimentare a livello regionale, nazionale e internazionale, forte dei numeri che è in grado di esprimere. L’avvio di questo percorso unitario, che si concluderà a fine giugno a Roma con le assemblee nazionali delle Federazioni, si è tenuto alla presenza dell’assessore all’Agricoltura della Regione Emilia-Romagna, Simona Caselli, dei presidenti nazionali di Fedagri e Federcoopesca, Giorgio Mercuri e Paolo Tiozzo, e dei rappresentanti di centrali cooperative e associazioni degli agricoltori.
«Con la scelta di impegnarsi insieme in un progetto unitario di valorizzazione della filiera del cibo – ha commentato Carlo Piccinini, presidente Fedagri Emilia Romagna -, la cooperazione dimostra ancora una volta la capacità di fare sistema e proporsi come punto di riferimento fondamentale per un mondo agricolo che necessita di strutture in grado di valorizzare la produzione dei soci. Presidio territoriale e redditività degli agricoltori e dei pescatori sono gli obiettivi fondamentali del nostro agire; siamo convinti di poterli perseguire al meglio all’interno di un percorso unitario, nel quale troveranno spazio sinergie e collaborazioni reciproche».
«Si tratta di un passaggio indispensabile per unire le forze e migliorare ancora di più l’efficacia degli sforzi sindacali dell’Organizzazione» ha aggiunto Vadis Paesanti, presidente Federcoopesca Emilia Romagna, che nel suo intervento ha individuato tre fronti per lo sviluppo della pesca. «Innanzitutto, dobbiamo impegnarci ancora di più per la salvaguardia degli aspetti ambientali, che rappresentano un prerequisito al mantenimento e allo sviluppo del comparto della pesca e dell’acquacoltura – ha detto Paesanti -. Occorre poi lavorare per ridefinire l’assetto imprenditoriale del settore, che risente ancora di un’eccessiva frammentazione dell’offerta. Infine, rimane fondamentale il presidio del rapporto con la Pubblica amministrazione a tutti i livelli. Sono convinto che un’azione sinergica tra le due Federazioni possa aumentare l’efficacia e la portata di queste azioni».
Osservando i trend dell’ultimo quadriennio, è possibile notare come il sistema Fedagri Emilia Romagna abbia registrato tra il 2014 e il 2017 importanti aumenti di fatturato (+3,3%, pari a 666 milioni di euro) e di occupati (+3,4%, ossia 632 posti di lavoro in più), confermando inoltre la contrazione delle cooperative (-1%) e dei soci (-3,7%). «Questi dati consolidano quel processo di concentrazione delle strutture cooperative e dei loro soci agricoli ormai sempre più ineludibile e necessario» ha concluso il presidente di Fedagri Emilia Romagna Carlo Piccinini, secondo il quale «le politiche di aggregazione devono essere in cima all’agenda del nuovo progetto unitario di valorizzazione della filiera del cibo, finalizzato ad agevolare questi processi per consentire alle cooperative di compiere un salto di qualità e imprimere un nuovo impulso all’export, che richiede capacità manageriali e un adeguato assetto organizzativo e dimensionale».