“Il presidente della cooperativa spiagge Maurizio Rustignoli e la stessa Confesercenti a seguito della proroga di un anno delle concessioni balneari ha espresso “soddisfazione” per  il rinvio, posizione che io condivido appieno perché logica e necessaria.

Le riserve sulla decisione del governo  di rinviare la decisione fra una anno espressa del presidente della Repubblica in occasione della  firma del documento “Milleproroghe”, era inevitabile ed un atto dovuto, tuttavia a mio parere non c’erano le condizioni per definire un percorso teso a supportare le molte imprese balneari.

Si correva il rischio di fare un provvedimento raffazzonato e frettoloso (ricordo che si dovevano rispettare tempi strettissimi per la Finanziaria) che certamente avrebbe leso i sacrosanti diritti  degli imprenditori del settore proprio per la frettolosità di voler procedere alla definizione dell’annoso problema.

È del tutto evidente come la delicata questione stia scivolando di governo in governo da anni senza una definizione perché si tratta di scelte difficili  che devono obbligatoriamente essere da una parte conformi e rispettose delle direttive europee, dall’altra aderenti alle aspettative di gestori degli stabilimenti.

D’altra parte viene spontaneo chiedersi perché la Direttiva Bolkestein del 12 dicembre 2006 rimandata sempre da tutti i governi che si sono succeduti doveva essere definita dal governo  in carica insediato  il  22 ottobre 2022 e alle prese di una Finanziaria approvata in via  definitiva il 29 dicembre 2022! 

Indubbiamente materia delicata che il governo attuale dovrà dipanare grazie all’apporto delle categorie interessate mediante l’ istituzione di un tavolo di confronto  al fine di trovare una soluzione (difficile e complessa) in grado di tenere conto degli elementi essenziali imprescindibili come condicio sine qua non, quali, ad esempio,  il valore delle aziende con i tanti investimenti fatti e il valore aggiunto della professionalità degli operatori.

Il differimento di dodici mesi dei titoli concessori consente di giungere ad una proposta concordata in grado di soddisfare i vari attori coinvolti compresa l’Unione Europea oggi ostile alla proroga ma ignara della specificità e della peculiarità dei nostri stabilimenti balneari proprio per la loro caratterizzazione.

Completamente diversi da quelli di altri Stati europei.  Mi stupisce, tra l’altro, la presa di posizione dell’assessore al turismo della Regione Emilia-Romagna con affermazioni tipiche di propaganda che sull’argomento incolpa il governo di mettere a rischio  il futuro delle concessioni balneari attive con 1500 aziende soprattutto familiari. Sì sono a rischio, tuttavia, c’è un anno davanti per trovare una soluzione accettata da tutte le parti grazie al confronto e anche al contributo che la nostra Regione vorrà offrire.”