Dalla tradizione del “caffè sospeso”, nata a Napoli durante la seconda guerra mondiale e proseguita da allora quasi ininterrottamente fino ad oggi, ha preso forma l’iniziativa del “pranzo sospeso” che, con l’iniziativa di oggi del “Pranzo per due” ai “Passatelli” di Ravenna, segna l’avvio della sperimentazione di una nuova forma di solidarietà.

Nella testa degli organizzatori di “Ecologia di Comunità“, che hanno recepito l’idea partita da CheftoChef Emilia-Romagna Cuochi e Slow Food Ravenna, c’è l’obiettivo di costruire una rete di ristoratori, “sensibili” al problema del bisogno alimentare, disponibili ad aprire il loro ristorante ad una nuova forma di solidarietà che veda nell’affermazione del diritto al cibo la nuova frontiera di applicazione del “Principio di Uguaglianza” che nasce dall’articolo 3 della nostra Costituzione.

Non più, dunque, luoghi separati in cui i “poveri” mangiano tra loro quel che c’è, cucinato, talvolta, anche approssimativamente, ma “bei posti”, Mense Popolari sulla scorta dell’esempio delle “Cucine” bolognesi – aperte a tutti, in giro per la città – dove chi non può si siede e mangia gratis vicino ad un’altra persona che se può permetterselo paga un prezzo onesto.

Ma anche luoghi “normali”, dove la ristorazione è una professione, che si aprono – a chi forse non vi entra da molto tempo – grazie alla solidarietà di persone che pagano pasti che non consumano.

Insomma una nuova forma di “welfare di comunità”, stimolata e recepita da un’Amministrazione pubblica attenta alle sollecitazioni delle associazioni e degli enti del Terzo Settore, che nell’ambito della rassegna “Nutrire Ravenna 2019” si è interrogata, insieme alle strutture facenti capo al progetto “Ecologia di Comunità” e al Centro Servizi per il Volontariato, non tanto su come vantarsi di voler “eliminare la povertà” ma su come togliere alla povertà lo stigma aggiuntivo della sofferenza gratuita.

Una forma di risarcimento sociale che restituisca dignità a chi, momentaneamente, per un rovescio di fortuna per qualsiasi causa, è in condizione di disagio economico. Risarcimento messo in atto dalla Comunità, che si riconosce parte integrante di quella Repubblica, che da Costituzione “è chiamata a rimuovere tutte le cause che impediscono il pieno sviluppo della persona umana”. «Un principio che – come ha sottolineato l’assessora Valentina Morigi, sabato scorso, nel convegno “Indovina chi viene a pranzo?” che ha deciso l’apertura a breve della Mensa Popolare di Ravenna – viene prima del diritto di cittadinanza perché fa riferimento, appunto, alla comune appartenenza alla comunità umana».

Un pranzo per due“, allora, se chiude la rassegna “Nutrire Ravenna 2019” in cui gli enti e le associazioni di “Ecologia di Comunità” insieme alle associazioni di categoria, le imprese della ristorazione, la Grande Distribuzione hanno riflettuto su come la lotta per il diritto al cibo e allo speco alimentare possano diventare un grande momento di sviluppo sociale, oltre che economico, per tutta la Comunità cittadina, lascia aperta la prospettiva di realizzare quanto discusso e sperimentato nei due mesi in cui la rassegna si è articolata.

Una sperimentazione che, stando almeno al numero dei partecipanti (oltre 50 persone) al “pranzo sospeso”, paganti e non, sembra essere stata un successo. Si tratta ora di allargare la “rete” degli imprenditori “disponibili” e, soprattutto, fare in modo che l’opera di sensibilizzazione avviata, così come sarà in grado di vincere la lotta contro lo spreco alimentare, sia in grado di alimentare il “fondo” da costituire a tale scopo.