Secondo il Comune di Ravenna, la commemorazione per la morte del gerarca fascista Ettore Muti aveva violato il regolamento cimiteriale con “condotte riconducibili o evocative del regime fascista”.

Per questo è arrivata una multa da 250 euro.

Per gli organizzatori invece la commemorazione era avvenuta fuori dal cimitero, era stata autorizzata e, di recente, la Procura ha chiesto l’archiviazione sulla vicenda per gli aspetti penali. Quindi – come riportato dalla stampa locale (Resto del Carlino, Corriere Romagna) – faranno ricorso davanti al Giudice di Pace ravennate.

A proporlo, un esponente dell’Anai, l’associazione nazionale arditi d’Italia che da anni a fine agosto organizza la commemorazione. Prossima udienza a fine marzo.

Il ravennate Muti, fascista della prima ora, era stato ucciso nella pineta di Fregene (Roma) in circostanze mai del tutto chiarite il 24 agosto 1943. E così ogni anno viene ricordato nella domenica più vicina all’anniversario della morte. I resti, dal cimitero, per volontà della famiglia sono stati trasferiti in luogo segreto. La commemorazione si è così spostata sotto al monumento del non distante Marinaio d’Italia.

Per il Comune ravennate, è stata segnata da violazioni al regolamento di polizia mortuaria del luglio 2020. Nel dettaglio nel “rito dell’appello fascista”, il diretto interessato “dopo avere invitato i labari dell’associazione ad assumere la chiamata del presente”, avrebbe sollecitato gli animi declamando ad alta voce le parole “camerata tenente colonnello Ettore Muti” seguite da un “presente” collettivo. (fonte ANSA)