Arrestata a Imola la banda che aveva seminato il panico lungo le aree di servizio dell’A14 nell’estate dello scorso anno. Sei i colpi ricostruiti dagli investigatori messi a segno fra Emilia-Romagna, Marche e Veneto. Fra questi anche un colpo a Faenza, in un bed & breakfast vicino al casello dell’autostrada. Un anno sono durate le indagini coordinate dalla Procura di Ravenna e portate avanti dalla Polizia Stradale dell’Emilia-Romagna, dalla Polizia Stradale delle Marche e dal Commissariato di Polizia di Imola.

Tre le persone finite in carcere: un 26enne di origine algerina, in realtà già in carcere a Forlì per altri reati, un 31enne di Imola e la sua compagna di 29 anni per la quale sono scattati gli arresti domiciliari. Sulla donna infatti l’accusa è solo, si fa per dire, quella di aver accompagnato i rapinatori nelle aree di servizio. Per gli altri due complici l’accusa invece è di rapina aggravata. Recuperati anche 12 mila euro.

“Fast Money” il titolo dell’operazione di polizia che ha fatto luce su una serie di rapine portate avanti durante l’estate del 2020, tra luglio e agosto.

Le forze dell’ordine sono riusciti a risalire all’identità dei tre individui grazie alle immagini delle telecamere di sicurezza. Per le rapine non era raro l’utilizzo di auto rubate.

Vittime della banda erano stati i dipendenti dell’area di servizio Santerno Ovest (provincia di Ravenna), la Metauro Est (provincia di Pesaro-Urbino), la Foglia Ovest (provincia di Pesaro-Urbino), la San Pelagio Ovest lungo l’A13 (provincia di Padova) e appunto il bed & breakfast di Faenza.

Dopo aver parcheggiato l’auto nei pressi delle aree di servizio, i rapinatori entravano nei punti vendita per l’erogazione dei carburanti con i volti coperti da cappucci, sciarpe e passamontagna, vestiti con tute o comunque indumenti per nascondere la corporatura, guanti e armati con una pistola finta, poi ritrovata durante le perquisizioni che hanno portato agli arresti. 2 mila euro il bottino in ogni rapina.