“La richiesta presentata dalla Regione al Ministero di ampliare le aree con vigneti e produrre fino a 400 quintali per ettaro di uva per quanti più Comuni possibile viene incontro alle nostre istanze avanzate già a inizio 2021 alla Regione stessa e rappresenta un passo avanti importante per il settore vitivinicolo dell’Emilia-Romagna. Permette infatti di tutelare le produzioni di qualità della nostra filiera dall’invasione di vini generici stranieri”.
Così Nicola Dalmonte, Presidente di Coldiretti Ravenna, commenta la richiesta presentata da viale Aldo Moro al Ministero di ampliare le aree vitate in cui sarà possibile produrre in deroga a condizione che almeno il 25% dei viticoltori che hanno coltivato uva per vini generici in quei territori dal 2015 al 2019, abbia avuto una resa maggiore ai 300 quintali per ettaro.

“La nostra provincia – afferma Dalmonte – è la più ampia dell’Emilia-Romagna per superficie vitata e, come il resto del territorio regionale, è caratterizzata da un tessuto produttivo diversificato che comprende la produzione di vini a DO e IG di alto profilo, ma anche di vini senza DOP o IGP (cosiddetti vini comuni) che hanno registrato, complice anche la pandemia, un aumento di vendite nella grande distribuzione.

Giusto, dunque, come fortemente richiesto da Coldiretti Ravenna che con impegno ha lavorato al fianco della Regione, procedere all’ampliamento delle aree, sia per rispondere all’aumento dei consumi, sia per evitare di lasciare spazi di mercato liberi ad una concorrenza estera che non garantisce la qualità assicurata dalle nostre produzioni. Al tempo stesso, così facendo – conclude Dalmonte – si tutelano ulteriormente i produttori locali, valorizzando anche in termini commerciali il nostro territorio e si difende la qualità che i consumatori portano in tavola”.