Coldiretti vigile contro il rischio di importazioni chirurgiche da altri Stati che comporterebbero l’abbattimento dei prezzi alla produzione

Primo bilancio stagionale tra luci e ombre per la raccolta del kiwi ravennate. La produzione, concentrata in particolare nel Faentino, una delle zone più vocate d’Italia per la coltivazione dell’actinidia, deve infatti fare i conti con una contrazione che mediamente si attesterà sul 20%, “questo – sottolinea il Presidente di Coldiretti Ravenna, Nicola Dalmonte – in particolare per via dei mutamenti climatici e, soprattutto, a causa delle intense piogge e delle grandinate primaverili che hanno colpito duro gli impianti nel momento della fioritura”. Al calo produttivo fa da contraltare una qualità dei frutti che, sia per consistenza, estetica e caratteristiche sensoriali-organolettiche, appare di livello medio-alto.

“Un contesto locale e nazionale caratterizzato da volumi produttivi ridotti, calo comunque compensato dalla buona qualità dei frutti – precisa il Direttore Coldiretti Ravenna Assuero Zampini – ci fa confidare in un apprezzamento generale delle produzioni da parte del mercato. In questo momento – precisa il Direttore – siamo ben in allerta poiché è evidentemente elevato il rischio di importazioni massive dall’estero, sia dall’emisfero australe, anche se la campagna di raccolta qui è ancora in corso, sia dalla Francia, uno dei pochi paesi europei che, insieme alla Grecia, non hanno sofferto cali di produzione”. Il timore di Coldiretti Ravenna, espresso dal Presidente Dalmonte – “è che, come avvenuto anche per le pesche e nettarine, si profilino all’orizzonte importazioni utilizzate in maniera chirurgica, con l’obiettivo primario di deprimere e far abbattere i prezzi riconosciuti ai nostri produttori. Una strategia di inquinamento del mercato inaccettabile contro la quale Coldiretti vigilerà attentamente e senza sosta”.