“Il quadro economico attuale presenta segnali di forte miglioramento: per il 2021 le previsioni di crescita del PIL nazionale sono tutte al rialzo e si ipotizza possano avvicinarsi al 5%, quindi è prevedibile che per l’Emilia-Romagna e la nostra Provincia siano addirittura superiori. Anche nel 2022 potremmo registrare una crescita simile” è quanto affermano Pierpaolo Burioli e Massimo Mazzavillani, rispettivamente presidente e direttore della CNA di Ravenna.

“Siamo, invece, fortemente preoccupati per la tenuta del sistema imprenditoriale del nostro territorio. È opportuno ricordare che il Registro Imprese della CCIAA di Ravenna dal 2008 ha diminuito la propria consistenza di 4.342 unità (-10,18%), mentre l’Albo Artigiani nello stesso periodo ha perso 1.934 unità (-15,92%). Una flessione pesante, in controtendenza rispetto all’andamento nazionale ma in linea con il trend regionale anch’esso in diminuzione. Riteniamo che nella fase odierna l’obiettivo prioritario sia utilizzare al meglio le risorse che il Recovery Fund ci ha messo a disposizione, ma deve essere chiaro che mai potremo accettare che nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza possa celarsi il pensiero che la ridotta dimensione media delle imprese sia tra le cause dell’insufficiente crescita italiana”.

“Il problema del nostro Paese – proseguono Burioli e Mazzavillani – non sono i piccoli imprenditori, ma l’ambiente che li circonda. Quello che deve assolutamente cambiare sono le condizioni di un habitat complessivamente poco favorevole all’iniziativa economica, sia essa micro, piccola, media o grande. Oltre alle riforme che da tempo ci chiede l’Europa – semplificazione amministrativa, fisco, giustizia civile – occorre colmare il gap infrastrutturale accumulato nei decenni che penalizza fortemente i territori e la loro competitività. Ci riferiamo agli investimenti nelle infrastrutture materiali e immateriali per i collegamenti delle persone, delle merci e delle informazioni. C’è bisogno anche di puntare maggiormente sulla semplificazione delle procedure per le gare di appalto, salvaguardando legalità, qualità e sicurezza, per puntare decisamente verso i cosiddetti “appalti a Km 0”. Senza dimenticare il tema degli incentivi, vero volano per lo sviluppo, partendo dal superbonus 110% per arrivare a tutti gli altri bonus che andranno semplificati e stabilizzati il prima possibile perché rappresentano la grande opportunità per riqualificare il patrimonio edilizio dal punto di vista energetico e della sicurezza antisismica”.

“Per compiere il salto di qualità, tuttavia, dobbiamo risolvere il problema del credito per le Micro Piccole Medie Imprese. La pandemia ha fatto aumentare, e non di poco, l’indebitamento degli imprenditori con le banche. Gli imprenditori lamentano, inoltre, grandi difficoltà con gli Istituti di credito in tema di prestiti o accessi ai fondi. Pertanto, è necessario rivitalizzare il sistema dei Confidi, che ha dato prova di sostenere con efficacia l’imprenditoria diffusa nella crisi in corso, e ottimizzare l’operatività del Fondo di Garanzia per le PMI valorizzando la relazione tra pubblico e privato”.

In conclusione, “per noi è indispensabile, oggi più che mai, dotare le imprese di tutti gli strumenti utili per affrontare le impegnative e inedite sfide del mercato (come la pandemia purtroppo ci ha insegnato)”.

TREND RA 2020