“È urgente aumentare l’efficacia dei piani di controllo, per limitare i danni provocati dai cinghiali alla nostra agricoltura”: lo sostiene la consigliera regionale Pd Manuela Rontini, prima firmataria di una interrogazione sul tema sottoscritta anche dal collega Gian Luigi Molinari. Nell’atto ispettivo i dem chiedono di inserire la braccata tra i metodi di caccia previsti nei piani di controllo e di modificare il regolamento ungulati, dando la possibilità di utilizzare un maggior numero di cani durante la caccia in girata. “Sarebbe inoltre necessario – sottolineano nell’interrogazione – adottare il principio della soglia del danno tollerabile, cioè fissare un limite preciso oltre il quale non sia possibile andare”.

“Le nostre richieste – spiega Rontini – intendono dare ulteriore efficacia ai provvedimenti già in atto da parte della Regione, perché è innegabile l’urgenza di questo problema: l’eccessiva proliferazione dei cinghiali non è più in equilibrio con l’ambiente e, inevitabilmente, crea danni. Da qui la necessità di riportarli ad un numero compatibile rispetto a quanto l’ambiente naturale e agricolo sono in grado di sopportare”. Per arrivare a questo risultato, nel dispositivo i consiglieri Pd chiedono alla Giunta di sapere “se intenda inserire il metodo della braccata che, seppure in apparenza possa sembrare più impattante della girata, è più efficace per riportare, in una sola battuta, il numero dei cinghiali al di sotto della soglia entro la quale risultano dannosi”.

“Negli ultimi anni – osserva la consigliera faentina – la nostra Regione ha messo in campo alcune importanti azioni per contrastare la diffusione eccessiva degli ungulati e, di conseguenza, limitare i problemi all’ambiente, alle attività agricole e alle altre attività umane, compresi i sempre più frequenti incidenti stradali”. Ne sono prova l’ampliamento del periodo in cui viene praticata la caccia ‘di selezione’ ad 11 mesi l’anno e l’estensione delle giornate in cui possono essere praticate le braccate e le girate che, con l’approvazione dell’ultimo Calendario venatorio regionale, sono passate da 3 a 5 alla settimana”.

Per quanto riguarda il tema del risarcimento agli agricoltori, dopo un lungo confronto con la Commissione europea, “abbiamo ottenuto, prima e unica Regione in Italia – sottolineano – la possibilità di risarcire le aziende al 100% anche per danni di importo superiore al tetto massimo di 15.000 euro su tre anni, stabilito dal regime de minimis”.

“Confidiamo – conclude Rontini – in una revisione e un aggiornamento delle strategie per ottimizzare, nell’immediato, l’efficacia del prelievo venatorio con particolare riguardo alle aree caratterizzate da colture sensibili di pregio e alle aree che gli strumenti di pianificazione faunistica definiscono non vocate alla presenza degli ungulati, ed in particolar modo del cinghiale”.