Ogni giorno chiudono tre attività commerciali in Emilia-Romagna. Il saldo negativo fra nuovi negozi aperti e quelli che chiudono i battenti per sempre è nella nostra regione di 1.253 unità. Una cifra tra le più alte al Nord dopo Lombardia e Piemonte. E sempre l’Emilia-Romagna, con 9,5 negozi ogni 1.000 abitanti, è anche fra le regioni con la minore incidenza sulla popolazione residente, dopo Trentino Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia (la media italiana è 12). A fornire la statistica – riferita al 2022 – è Confesercenti.

Incrociando questi dati con gli ultimi rapporti Unioncamere emerge un quadro del settore del commercio davvero grave”: spiega in una nota il segretario regionale di Ugl Emilia-Romagna Tullia Bevilacqua. “Il dato delle nuove aperture del 2022 è il più basso degli ultimi 10 anni e, dunque, non è stato assorbito lo shock  commerciale del biennio del Covid e dei vari lockdown, che decretarono la chiusura di 4.500 esercizi in sede fissa o ambulante. E proprio i piccoli e medi negozi subiscono la concorrenza sempre più aggressiva dei ‘giganti del web’, dei grandi centri commerciali e delle multinazionali”.

Il dato, negativo, regionale è in media con la tendenza nazionale: le attività in Italia sono circa 921mila e di queste 467mila riguardano il commercio al dettaglio in sede fissa. In Emilia-Romagna 23.482 persone hanno perso il posto di lavoro, 5.991 soltanto nel commercio (il dato questa volta è del 2020). In generale, dunque, la situazione è gravissima”: aggiunge Tullia Bevilacqua.

La crisi nel settore del commercio è arrivata a limiti di soglia. E come sindacato riteniamo che tutte le istituzioni pubbliche debbano fare quadrato attorno al problema, tornando a discutere nuovamente dell’assetto dell’intero comparto della distribuzione, se non si vuole affrontare una crisi occupazionale senza precedenti”: avverte il segretario regionale di Ugl Emilia-Romagna.

Come è noto – a livello nazionale – l’Ugl ha da tempo sostenuto la campagna contro il lavoro “selvaggio” domenicale e l’apertura anche nei giorni festivi dei centri commerciali.

Tenere aperti i negozi nei giorni domenicali e festivi doveva incentivare nuove assunzioni, aumentare i posti di lavoro e stimolare i consumi. Ma, di fatto, non ha prodotto nulla di tutto questo, se non aggravare la crisi della piccola e media distribuzione e del commercio al dettaglio. Se non si vuole subire passivamente il declino di una parte importante della nostra economia, se vogliamo salvare i posti di lavoro, dobbiamo dunque tornare alle radici del problema. Parliamone”: è l’invito del segretario regionale di Ugl Emilia-Romagna Tullia Bevilacqua.