“So che il titolo di questa breve riflessione può apparire un po’ forte e legato ad una battuta non proprio fra le migliori di Carlo Calenda ma in quale altro modo rispondere all’articolo uscito sul Corriere Romagna in data 3 agosto dal titolo “Tutto il Pri unito contro Francesconi «ora si deve dimettere dal Consiglio Comunale»”?

Quale principale soggetto chiamato in causa sono opportuni alcuni chiarimenti da parte mia utili non solo ai lettori ma anche alla nuova segretaria dell’unione comunale del PRI ravennate che seriamente io non conosco e non sapevo manco si fosse iscritta al partito sebbene ciò risalga a pochi mesi fa. Il perché è presto detto se vi prendete la briga di leggere quanto segue.

  • Il “vociferare” sul mio passaggio in Azione di cui la Sig. ra Raccagni parla è in realtà frutto di alcune riunioni nella sede del PRI che la sottoscritta, l’allora segretario e altri noti esponenti di partito hanno fatto con i rappresentanti locali di Più Europa ed Azione nella scorsa primavera per ipotizzare un’alleanza laica in previsione delle elezioni amministrative del 2021. In quell’occasione ho espresso un fermo parere positivo verso questa forte sinergia dei Repubblicani con Azione e +Europa, forza con la quale peraltro il PRI aveva corso alle elezioni europee e regionali. La maggioranza del partito stoppò l’ipotesi anche perché ciò avrebbe comportato un veto verso il M5S e un pericolo per quegli assetti che il PRI ama sempre preconfezionare. Dunque non si tratta di un “vociferare” ma di una posizione “politica”, posizione che alla sottoscritta e al ex Segretario è costata l’inizio di una lunga fase di emarginazione dal partito che alla lunga ha portato allo status quo. In effetti la Sig.ra Raccagni, oggi nota per ricoprire la segreteria locale, può avere giustamente scambiato informazioni verificabili con i “vociferii” di cui lei parla, e tutto ciò è sicuramente perdonabile dal momento che, almeno fino ad un anno fa, la nuova segretaria non era appunto neanche iscritta al PRI ravennate e neppure nelle fila di quelle 21 candidature femminili proposte dai Repubblicani (così attenti alle quote rosa!!!) nelle elezioni amministrative.
  • A proposito di quanto sopra mi preme sottolineare che, di conseguenza, le mie “personali” 337 preferenze sono state frutto di una campagna vissuta già da “emarginata”, senza l’aiuto della maggior parte delle sezioni del Partito ma con il sostegno di molti amici, il 70% dei quali non repubblicani che hanno votato l’edera perché io ero fra i candidati. Dunque bisognerebbe anche chiedersi se senza anche solo 250 preferenze su 337 ci sarebbe stato un secondo consigliere!
  • Sulle mie dimissioni dal Consiglio Comunale stendiamo un velo pietoso: non mi sembra che in passato si siano alzati gli scudi quando l’allora e compianto consigliere della Lega Roberto Ravaioli passò non solo dalla minoranza alla maggioranza… ma proprio nel Gruppo consigliare del PRI: forse perché lì c’era da guadagnare e non da perdere!
  • Una delle cose che più mi aggrada di Azione è la messa a valore delle competenze e/o della curiosità/volontà di acquisirle. Non credo da questo punto di vista avrò rimpianti: e a questo proposito “oso” dire alla Sig.ra Raccagni e quelli del partito attorno a lei che è inutile che chiedano le mie dimissioni dalle “Presidenze Istituzionali ricoperte per il PRI”… queste sono già automatiche secondo il Regolamento vigente del Consiglio Comunale di Ravenna!!! Nella speranza ancora accesa che quando si rappresentano partiti si conoscano “almeno” i Regolamenti Comunali dove questi sono rappresentati segnalo comunque che in quello di Ravenna alle “Presidenze Istituzionali” è dedicato il Titolo IV, Capo 1, art. 94.
  • A proposito, invece, della dichiarazione della Sig.ra Babini io ringrazio lei della lezione offertami ma le rendo noto che giovedì scorso in un incontro in cui lei non c’era avevo espresso non tanto il mio chiaro e totale distacco da avvicinamenti a Di Maio &/o C. ma anche e soprattutto lo sgomento nel vedere un partito come il PRI ipotizzare di apparentarsi con certe figure politiche. Ho altresì dichiarato a chiare lettere che io il partito non lo avrei appoggiato e neanche votato. Se le mie decisioni in merito alle dimissioni dal PRI e dal gruppo consigliare sono state per qualcuno “premature” farei notare che molto più precipitoso è stato l’annuncio fatto due giorni prima – 30 luglio – dal segretario provinciale del PRI sul Corriere Romagna che titola: “Il PRI si allea con Tabacci e Di Maio. Fusignani «così l’edera conterà di più»”, dove il noto esponente dell’edera stessa offriva una “visione politica” sicura sul peso della Romagna e la rappresentanza del partito repubblicano in tutti i collegi d’Italia. Se ora gli accordi (metti caso!) non si fanno più credo sia lui a dovere rispondere in merito ad un’avventata impulsività decisionale e comunicativa, non certo io!
  • Sulle modalità di rendere note le mie dimissioni ritengo che nel 2022 ormai mail, messaggi, ecc. siano media piuttosto sdoganati ma cercherò di “addestrarmi” meglio nelle relazioni per le “non prossime volte”.
  • In ultimo per anni ho insegnato Sociologia dei fenomeni politici all’Università di Bologna analizzando con i miei studenti semmai “modelli o paradigmi repubblicani”, non certo impartendo lezioni di “Repubblicanesimo” che non sono per nulla nelle mie corde…ma questa sostanziale differenza per molti politici è giustamente fuffa senza arrosti da gustare! Ho semplicemente affermato e lo riaffermo ora che sono nata, vivo e sicuramente morirò repubblicana, ma non dentro un Partito Repubblicano che secondo il mio modesto parere non risponde più a certi paradigmi e modelli che incarnano i MIEI ideali.”