Il coordinamento Donne Spi-Cgil e la Rete delle Donne della CGIL della provincia Ravenna contro la Fondazione Giuseppina Berardi vedova Albonetti. Critiche nei confronti dell’ente che ogni anno eroga borse di studio nei confronti di studenti meritevoli. Il motivo ? I criteri di assegnazione, uno in particolare: essere figli di genitori sposati.

«È con non poco stupore che ieri, ci siamo imbattute, in un bando per l’assegnazione di 5 borse di studio per l’anno accademico 2020/2021, promosso dalla Fondazione Giuseppina Berardi ved. Albonetti pubblicato nei siti delle amministrazioni pubbliche e di alcune scuole dell’area faentina. Stupore, nel leggere fra le condizioni di ammissione al punto D) “di essere figli di genitori legati da legittimo matrimonio tanto con vincolo civile che con vincolo religioso cattolico…”». Afferma la Cgil

«Lascia perplessi che un’iniziativa assolutamente meritoria come il riconoscimento di borse di studio, anche di importo considerevole, a beneficio degli studenti faentini, abbia tra le sue condizioni di ammissione un requisito che, a prescindere dalla legittimità, è poco in linea con l’attuale tendenza della società e della normativa di riferimento ad estendere, e non a comprimere, i diritti e le tutele previsti per le famiglie di fatto, nella più ampia ed inclusiva accezione del termine».

Il sindacato quindi chiede una revisione del bando di concorso: «Si auspica pertanto che gli organi della Fondazione ed in generale tutti gli enti coinvolti nell’iniziativa facciano quanto in loro potere per rivedere un requisito di accesso non accettabile secondo il comune sentire, soprattutto laddove si traduce nell’esclusione arbitraria di ragazzi e ragazze meritevoli, che nulla possono di fronte ad uno status che non dipende da loro, ma che li penalizza e, di fatto, li discrimina».