Venerdì 16 dicembre, alle 18, nella sala D’Attorre di via Ponte Marino, 2, per il XLIX ciclo degli Incontri Letterari del Centro Relazioni Culturali si terrà la presentazione del libro della vincitrice del premio Guidarello del 2022, Paola Novara “Santa Croce di Ravenna Archeologia e Storia” – società editrice Il Ponte Vecchio.

A presentare la serata, come di consueto, Anna De Lutiis. Sarà presente l’editore Marzio Casalini.

In uno dei settori urbani più ricchi della città di Ravenna, posto all’angolo nord-est dell’area intramuraria, si trova un ampio scavo archeologico a cielo aperto, non molto noto ai ravennati e non sempre visitato dai turisti. Il grande anfiteatro che si apre fra le case private e le chiese di San Vitale e Santa Maria Maggiore, è dominato da una chiesetta moderna prospiciente lo stradello sul quale si affaccia anche il piccolo oratorio detto mausoleo di Galla Placidia. Il grande incavo nel terreno fu aperto durante alcune campagne di scavo che si svolsero negli anni ’70-’80 del Novecento finalizzate a comprendere la storia di un’area ritenuta di grande importanza per la storia di Ravenna tardo antica. Durante le indagini dirette da Sauro Gelichi nel 1988-90, in parte rimaste inedite, furono raccolte molte informazioni che, associate alle ricerche d’archivio e a quelle sui materiali rimessi in luce negli anni ’70-’80 del Novecento, ora conservati nel Museo Nazionale di Ravenna, permettono di offrire un quadro delle ricerche svolte nel secolo scorso e di fornire alcune considerazioni sulla storia dell’edificio. Nel 1988 per l’ultima volta il portone della chiesa ravennate di Santa Croce si aprì per ospitare una squadra di archeologi che, sotto la guida di Sauro Gelichi e con l’aiuto di un gruppo di operai, affrontò l’indagine di uno degli ultimi testimoni di terreno sopravvissuti dagli anni ’70 nel vano coperto del complesso. Nove mesi di lavoro, con alcune soste, che portarono a importantissime scoperte e in primis alla identificazione di un tipo di stoviglie all’epoca difficilmente collocabile nella articolata classificazione della produzione ceramica, che proprio dalla chiesa ravennate prende oggi il nome di “tipo Santa Croce”. Dal decennio successivo molti specialisti, usufruendo anche di tecnologie che sul finire degli anni ’80 erano considerate fantascientifiche, hanno affrontato la chiesa, soprattutto hanno cercato di riconoscerne le varie fasi di vita concentrate nel palinsesto delle murature sopravvissute e hanno tentato di ipotizzare una possibile fruizione turistica dello spazio e della storia che quei muri raccontano.

Paola Novara è nata e vive a Ravenna. Impiegata presso il Museo Nazionale di Ravenna, si interessa da tempo di storia e archeologia del territorio dell’antico Esarcato. Fra le sue pubblicazioni più note Storia delle scoperte archeologiche di Ravenna e Classe (1998) e Pel bene dei nostri monumenti. Odoardo Gardella. Archeologia e antichità locali nella Ravenna dell’Ottocento (2004). Con il Ponte Vecchio ha pubblicato Storia di Ravenna. Dalla preistoria all’anno Duemila (in collaborazione con Alessandro Luparini, 2016) e La Romagna dei castelli e delle rocche (2017).